Ormai da giorni imperversa la querelle sulla gestione delle sale pubbliche formiane. L'ultimo attacco all'attuale amministrazione comunale, arriva in virtù di un atto con la quale si revoca l'assegnazione della gestione del teatro di via Olivastro Spaventola, al collettivo Bertold Brecht. Già Nino Fausti, attore teatrale formiano, in un articolo, denunciava e spiegava come si era arrivati a quella assegnazione.
Per essere corretti, Nino Fausti va denunciando questi favoritismi da anni, ma per anni ha combattutto contro i mulini a vento. Ora i nodi vengono al pettine, perchè quando cambia un'amministrazione finisce il gioco degli amici e inizia quello dei nemici. Se poi ci sono delle irregolarità, chi si trova ad amministrare ha terreno fertile su cui gettare le fondamenta delle proprie decisioni.
Nello specifico vediamo di cosa si lamentano l'ex Sindaco Bartolomeo e compagni.
Teatro via Olivastro Spaventola
Come detto da Nino Fausti, la procedura di assegnazione di questo teatro al Collettivo Bertold Brecht più che anomala risulta essere ridicola. Sorvolando sul nome del vincitore che già la dice lunga (Collettivo termine più sinistroide che mai) questa assegnazione viene fatta mentre a Formia è in corso il ballottaggio delle elezioni comunali. Un caso? Chissà. L'avviso pubblico con il quale il comune offre la gestione del teatro è talmente pubblico e divulgato che a fronte di decine e decine di organizzazioni teatrali presenti sul territorio e che quindi avevano tutta l'interesse a formulare una proposta, l'unica offerta con somma irrisoria indovinate chi la presenta? Il Collettivo Bertold Brecht. Un altro caso? Chissà. E il tutto avviene prima che addirittura il teatro sia finito, ovvero con lavoori in corso. Se poi andiamo a fare un bilancio dei contributi pubblici erogati a favore delle varie associazioni teatrali del territorio, tra quelli dati dal Comune e dalla Regione (era Bartolomeo - Marrazzo) indovinate chi ha preso più finanziamenti? Il Collettivo Bertold Brecht? Un altro caso? Arichissà.
Ex Officine Culturali
Altra sala pubblica contestata è la "Falcone e Borsellino" la ex officina culturale. Questa sala nasce per volontà dell'ex assessore di rifondazione comunista, Claudio Marciano. Il Marciano, musicista di professione, ha un idea geniale. Farsi una sala prove in regola con i soldi del comune. E così incomincia ad acquistare tutto quello che occorre per adibire tale sala a sala prove. Ma sorge un problema. Non si starà dando troppo nell'occhio? Allora ecco l'altra brillante idea, affidare la sala. Come? A chi? Ma è semplice, il modo è sempre lo stesso, lo stile è il Bertold Brecht. Anche qui l'avviso per offrire la gestione è talmente pubblico che vengono invitate con lettera solo 4 associazioni per fare l'offerta. Puta caso cosa succede? Non ci crederete mai! L'unica offerta, con prezzo irrisorio eè presentata dall'ARCI (associazione di giovani dichiaratamente di sinistra). Con questa gestione, l'ARCI diventa l'unica "proprietaria" della sala. Per entrare in quella che è una sala pubblica, bisogna compilare un'adesione all'ARCI e poterne usufruire quando dicono loro oppure quando l'assessore non fa le prove. Inoltre l'ARCI prende anche 4 mila euro. Anche tutto questo è un caso? Chissà. (notizie prese da un articolo - fonte sito telefree)
Teatro Remigio Paone
Come scritto già da qualcuno e condivido pienamente, chiamarlo teatro è un insulto all'umanità. Questa struttura può considerarsi una sala cinematografica e niente più. Non si capisce Bartolomeo cosa vuole difendere e cosa vuole aprire. Il teatro? Ma quale teatro! Può chiamarsi teatro un pèosto in cui chi sta seduto dietro non vede quello che ha davanti? Infatti per chi non lo sapesse, il "Teatro" Remigio Paone non è dotato di pendenza variabile, ovvero quella pendenza a scalinata che va a scendere dalle ultime file alle prime. In più ha un palco alto più o meno mezzo metro (cosa mai vista a teatro) fattore che penalizza ancor di più chi sta (ma nemmeno alle ultime file) ma già alla terza quarta fila. Qui però non sono riusciti a fare il gioco dell'affidamento perchè per sfortuna loro si è votato prima. Ma ci hanno provato. Il primo passaggio anomalo fu quello in cui l'ex Sindaco Bartolomeo, prese l'opera pubblica e la diede all'ente parco. Il teatro col parco??? E che c'azzecca direbbe Di Pietro! C'azzecca eccome perchè indovinate il presidente del parco chi è? Erminia Cicione, esponente del PD ed ex Assessore di Bartolomeo. E indovinate chi è il progettista del Teatro? (ovvero quello che si è dimenticato di fare la pendenza) Indovinate? Ma è il marito della Cicione! Un caso? Chissà.
A sommi capi questa è la situazione. Teatro in crisi? Macchè! A Formia il teatro è vivo e vegeto e si chiama poltica!
Filippo S.
e poi è quell'altro che dice amici miei...e brav a bartolomeo!!!
RispondiElimina