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giovedì 14 aprile 2011

Formia, Ascoltati gli amici di Caliman

La vittima
Valentina Colella
Continua il lavoro della magistratura per ricostruire la tragica vicenda dell'uccisione di Valentina Colella ad opera di Carlo Caliman. Dopo aver appurato che la linea difensiva punta alla perizia psichiatrica per l'ex agente di Polizia Provinciale, gli inquirenti si stanno concentrando sulle testimonianze di amici e conoscenti per disegnare un quadro psicologico comportamentale del Caliman.
 Ricordiamo che i primi giudizi espressi dalla gente comune alla trasmissione RAI "L'Italia sul 2" non furono dei migliori. Gli intervistati hanno detto che Caliman era "Un pò esaltato" da qui il giudizio dell'opinione pubblica che si chiede come può essere entrato in un corpo di polizia un soggetto definito in tal modo da chi lo conosceva. Dunque è iniziato questo secondo passaggio dei giudici con gli amici e conoscenti del Caliman, un lavoro arduo visto che amici e conoscenti sono comunque per forza di cose considerarsi di parte, quindi starà agli inquirenti scavare fino in fondo. Intanto sul fronte legale della famiglia Colella, ancora nessuna risposta dall'Amministrazione Provinciale di Armando Cusani sulla richiesta di accesso agli atti dell'assunzione di Carlo Caliman nella polizia provinciale.

Luca C.

3 commenti:

  1. Io spero che pachi per quello che ha fatto, e spero che qualcuno si passi una mano sulla coscienza per quello che ha fatto ( far entrare una persona del genere in polizia).... se l'amministrazione Provinciale non da risposta..qui gatta ci cova.

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  2. Io spero che tu possa imparare ad esprimerti correttamente in italiano e soprattutto che ti degni d' informarti circa la normativa che regola la legge sulla trasparenza e quella sulla privacy.....

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  3. Io invece spero che qualcuno si metta la mano sulla coscienza e capisca che Carlo non a nessuna colpa di quello che e successo, che la vittima lo aveva tradito, non per questo meritava di morire, ma conoscendo il suo uomo avrebbe anche dovuto capire che buttarli in faccia che dopo di lui sarebbe andata ad incontrare l'amante non mi sembra una genialata.
    Carlo non è un mostro ne un assassino, lo ripeterò fino alla fine dei miei giorni. Almeno con me, che lo conosco da anni, si è sempre comportato correttamente. Credo nell infermità mentale, che Carlo sia psicolabile lo sapevano tutti, famigliari ed amici, che non se ne fossero accorti le autorità, che i suoi precedenti non fossero usciti prima dei test per entrare polizia mi sembra tanto una scusa. Qualcuno non a fatto bene il suo lavoro, gli hanno messo una pistlla in mano e questo e il risultato. Adesso la colpa e interamente sua quanto di colpe ce ne sarebbero delle altre, per altre persone.
    Incolpiamo anche le forze dell ordine che lo hanno fatto diventare un poliziotto, la famiglia e gli amici che non l aiutato nella sua malattia, la vittima che lo a provocato continuamente.
    Io continuerò a credere in lui, a pregare per lui e per la sua famiglia.
    U forte abbraccio Carlo. Resisti.

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