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venerdì 30 luglio 2010

I Racconti - Pane, Marchionne e....Fantasia! - 2° Puntata: Fantasia a Torino alla conquista di Mirafiori

La seconda puntata del racconto diventato già "Cult" : Pane, Melchiorre e....Fantasia"

I fatti che andiamo a narrare partono dal 21 Dicembre 2012, la data profetizzata dai Maya per la scalata ai vertici della Fiat da parte del cassintegrato Delio Fantasia.

A dire il vero questa operazione politico-imprenditoriale era stata gestita ed orchestrata in salsa democristiana dall’estroso e geniale sindaco di Formia Michele Forte.
 I retroscena dell’intrigata vicenda vedono coinvolti anche personaggi come Giulio Andreotti che un giorno trovandosi facca a faccia con il sindaco pronunciò la storica frase ereditata dal fedele Franco Evangelisti: “ A Michè che te serve “

E Michele presentò il suo conto: “ mi serve la Fiat dove ho pensato bene di piazzare un mio uomo di fiducia”

Al che il Divo Giulio chiosò: “ Benedetto Assaiante ? “

“ No – rispose il sindaco – questa partita è troppo complessa per l’assessore all’urbanistica impegnato a seguire a Formia il piano di edilizia economica. Ho pensato invece di lanciare una figura emergente, di fresca tessera e con i natali nella sinistra antagonista. Quella di piazza per intenderci. Il nome è Fantasia, una specie di Donat Cattin degli anni 2000”.

Per il sen. Forte il quadro politico nazionale andava destabilizzato partendo proprio dal centro. Il bipolarismo era una formula che non garantiva la governabilità del paese, complicando non poco i rapporti parlamentari e istituzionali. L’alternativa era attingere “merce” dalla sinistra estrema e sdoganarla all’interno del sistema costituzionale. Un arco costituzionale rovesciato anti-De Mita, un teorema politico pensato sulle fasce laterali. Per Michele il campo di gioco della politica era come la lavagna di Josè Mourinho. L’azione deve partire sempre dagli esterni di centrocampo , nel nostro caso Fantasia doveva essere considerato un Maicon scudo crociato.

Andreotti e Michele Forte alla fine chiusero l’accordo sul nome di Fantasia e qualche giorno dopo la proposta veniva ratificata in Direzione Nazionale da Casini, Cesa e le new entry Fini, Rutelli e Montezemolo. Il nuovo partito della Nazione esordiva così alla grande imponendo il cambio di guardia ai vertici di Mirafiori. Fuori Marchionne e dentro Fantasia per il bene del paese, della democrazia e della Fiat.

Ritorniamo al 21 Dicembre 2012, il giorno in cui l’assemblea generale dei soci della Fiat veniva convocata al Lingotto nel salone delle Fiere per eleggere il successore di Marchionne.

L’emozione era palpabile in quel luogo, il momento storico anche. La grande famiglia degli Agnelli era rappresentata dai rampolli Andrea Agnelli e John Elkann mentre in sala venivano notati personaggi storici come il mitico e inossidabile Cesare Romiti accompagnato dall’inseparabile ex sottosegretario di stato americano Henry Kissinger amico fraterno di una vita dell’avvocato Gianni Agnelli.

Fantasia, emozionato come il suo primo giorno di scuola, aveva viaggiato tutta la notte per raggiungere in treno il capoluogo piemontese. Un viaggio trascorso all'interno di un maleodorante compartimento toilette, una vendetta postuma di Clemente Carta.

Giunto a Torino alle prime luci dell’alba l’ex rivoluzionario del comitato di lotta contro l’acqua pensò bene di commemorare la statua di Luciano Lama, l’idolo di tante battaglie sindacali. Ai cancelli di Mirafiori poi depose un mazzo di fiori sulla targa che ricordava un altro grande del movimento operaio: Enrico Berlinguer, sconfitto il 14 ottobre 1980 dalla marcia dei 40 mila colletti bianchi guidati da Luigi Arisio.

In questo viaggio nella storia, un amarcord tutto fantasiano – non potevano mancare altri nomi epici come Pajetta, Longo, Fassino, Bertinotti e Cremaschi.

Al leader della FIOM (sindacato dei metalmeccanici della CGIL ) Giorgio Cremaschi il futuro amministratore delegato della Fiat volle tributare un saluto personale incontrandolo al bar situato a pochi passi dalla sede sindacale.

Fantasia conservava un ricordo straordinario di Cremaschi avvenuto in occasione di una violenta occupazione ai cancelli di Piedimonte San Germano nel 2002. In quella occasione il capo della FIOM presente a Piedimonte ebbe parole di apprezzamento nei confronti del delegato aziendale definendolo un’artista della scocca, da non confondere con la scrocca proletaria, esercizio didattico noto come “spesa proletaria” che il delegato effettuava settimanalmente in un supermercato poco distante dallo stabilimento ciociaro.

In quel suo giro mattutino di esplorazione e di iniziazione per le strade della sabaudità “Fanta” - l’anti marketing di Acqualatina - come veniva chiamato a via Maiorino si imbattè anche nella imponente statua di Vittorio Valletta situata in piazza Statuto, nel centro storico della città.

Un fremito di emozioni e sensazioni colse Fantasia nel trovarsi di fronte il padre di quell’impero automobilistico che aveva fatto grande l’Italia nel primo dopo guerra. Il proletario straccione di lì a qualche ora sarebbe diventato un padrone a capo di un impero finanziario che i Bartolomeo ed i Francesco Carta si sarebbero solo sognato.

Sghignazzava nel suo inconscio Fantasia pensando al condominio Piancastelli di Francesco Carta. Un illuso che continuava a vivere ed a credere sulle piccole ed insignificanti cose di Formia. Fantasia a Torino e Carta a fotografare le macchine a via Abate Tosti, a piangere lacrime sul Policlinico del Golfo, polemizzare in eterno sul tracciato della Pedemontana e raccogliere nei secchi bucati l'acqua della sorgente Mazzoccolo.

La realtà ed il mondo piemontese eccitavano un “Fanta” critico sulle utopie di una periferia del centro-sud che continuava a piangersi addosso. Quanta strada in poco tempo aveva attraversato Fantasia, con in cassaforte la tessera dell’Udc del Forte padre. E cosa pensare poi del “Principe”, figura velleitaria e arrogante rimasta tale dopo 15 anni di governo cittadino. Era partito per creare la nuova Formia con il cervello ed ha finito per procreare tutt'altra cosa, di genere umano.

In gergo si dice politica del cazzo !

Assorto nei pensieri il futuro amministratore delegato non si era reso conto che le lancette dell’orologio segnavano le 10,00. Tra meno di un’ora iniziava la sua avventura al Lingotto. A volo prese un tram alla fermata di viale Regina Margherita e - senza pagare ovviamente il biglietto - raggiunse la Fiera del Lingotto. Lì si sarebbe consumato l’ultimo atto: la sua elezione nella massima carica del consiglio d’amministrazione della Fiat.

La fantavventura di Fantasia stava per entrare nel vivo. Mentre imboccava l'ascensore che lo portava alla grande sala ovale pensò per un attimo al sindaco Forte: “ il tradimento in politica rappresenta il valore più prezioso”. Una massima che diceva tutto e lasciava presagire ciò che si sarebbe potuto verificare in seguito. “ Del resto sto Michele Forte nella sua carriera ha colpito e ricevuto coltellate. L’ultima del 2003 ha lasciato una ferita profonda e sanguinante. Siamo o non siamo la città di Cicerone, terra di sangue e di pugnali alla schiena. A tutto questo pensava Fanta nel varcare il portone del Lingotto.

Il resto di questa storia alla prossima puntata.

s.v. Eclypse....



1 commento:

  1. ahahah!!! che spettacolo!! non vedo l'ora di leggere la terza puntata!!

    complimenti anche per i foto montaggi ottima "fsntasia" dell'ideatore!!

    alessandro d.n.

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