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giovedì 9 giugno 2011

Gaeta nazionale su "Il Giornale" Formia...

Da Formiano non posso essere indignato del fatto che Gaeta in cui c'è un'amministrazione di sinistra finisca su un quotidiano nazionale come "IL GIORNALE" mentre Formia se lo sogna! Un articolo bellissimo che pubblicizza al meglio Gaeta in tutte le sue qualità mentre Formia al limite finisce su Latina Oggi per fatti di malavita o per i parcheggi!
Sono molto indignato e ad anche invidioso perchè tutta Italia ha letto di Gaeta in questo bellissimo articolo che vi posto qui sotto. Grazie ai Politici formiani che stanno valorizzando sempre di più le altre città perchè troppo intenti ad affossare la nostra!

Rocco

Protesa nel mare quasi prora di una immaginaria nave pronta a salpare, Gaeta fu rinomata meta di villeggiatura per molti imperatori, consoli e ricche famiglie patrizie di epoca romana, che costruirono qui ville con giardini e piscine, templi e mausolei di cui restano imponenti testimonianze. Oggi Gaeta è una città mitica e affascinante, ricca di storia e arte, dal clima mite e dai paesaggi incantati, meta ideale per un weekend. Con la protezione della "cordigliera" degli Aurunci che la difende dai venti settentrionali e con l'aiuto della brezza di mare, Gaeta regala cieli e atmosfere di una luminosità e una mitezza particolari. Oltre alle sue bellezze e agli eventi che la città di Gaeta offre ai suoi visitatori, alcune attività e itinerari particolari potrebbero essere linea guida per un weekend in questa città.

ITINERARIO GASTRONOMICO
L'itinerario gastronomico è l'occasione giusta per chi desidera trascorrere un week-end alla scoperta dei prodotti tipici del territorio di Gaeta, dove mare e colline s'incrociano dando prodotti del mare e della campagna. Le peculiarità della cucina gaetana traggono origine dalla particolare orografia del territorio e dal secolare commercio marittimo che hanno reso possibile lo sviluppo di numerose e varie pietanze, sapientemente elaborate dalle massaie locali nel corso degli anni. La storia, la natura e il clima hanno creato i presupposti per un patrimonio gastronomico di assoluto rilievo: basti pensare che il primo documento scritto nel quale è riportata la parola pizza è contenuto nel Codex Diplomaticus Caietanus dell'anno 997. Altrettanto importante è la presenza dell'oliva di Gaeta, che secondo la leggenda conosciuta già da Enea e nel Medioevo toccava i prezzi più alti dell'intero bacino del Mediterraneo. Attualmente è un ingrediente di pregio per gli chef di tutto il mondo. Da ricordare inoltre la Tiella, originale pizza ripiena di pesce o verdure, tutti i prodotti della pesca, in particolare le alici salate le cozze, i pomodori spagnoletta e la grande varietà di dolci natalizi.
Piatto tipico Gaetano, la tiella è una via di mezzo tra la pizza e i prodotti del mare e nasce dalla necessità di consumare sia il pescato che la farina. La storia di questa pietanza è legata esclusivamente a Gaeta. Da questa secolare tradizione la tiella permetteva a contadini e pescatori di avere un pasto completo che si conservasse anche per alcuni giorni. Si narra che Ferdinando IV di Borbone ne fosse un grande estimatore, anzi secondo alcuni ne fu proprio l'inventore. Sembra, infatti, che il sovrano nei suoi soggiorni a Gaeta preferisse confondersi con gli abitanti del borgo marinaro e contadino posto fuori le mura e fu in questi luoghi che stupito dall'abilità con la quale le massaie preparavano la pizza elaborò il doppio strato di pasta con il ripieno di pesce o verdura, la tiella appunto, da lui considerata "primo, secondo e terzo". Ed anche l'aristocrazia cominciò ad apprezzarla, in particolare quella con i calamaretti, pregiatissima; mentre sarde, alici, scarola e baccalà erano le più diffuse tra il popolo del borgo marinaro e contadino che ancora oggi ne custodisce il segreto. Dopo la caduta del regno Borbonico nel 1860 divenne pasto principale per tutti gli emigranti che fino agli anni '50 lasciavano Gaeta alla ricerca di un lavoro. Ridimensionata nel consumo durante i periodi del boom economico, anche perché ricordava miseria e arretratezza, negli ultimi anni è ritornata prepotentemente alla ribalta per la sua innegabile bontà. Da un punto di vista gastronomico la Tiella di Gaeta è composta di due sottili strati circolari di pasta, posti uno sull'altro, chiusi lungo i bordi per compressione; il ripieno è costituito da prodotti di terra o di mare, o da entrambi, come nel caso di scarola e baccalà. Non è semplice a farsi, perché una buona Tiella deve essere umida nel ripieno, morbida e non inzuppata nella pasta esterna, che deve essere sottile e ben cotta anche nella sfoglia inferiore. Fondamentale è il ripieno, la cui accurata preparazione e l'uso d'ingredienti genuini rappresentano il segreto principale della sua bontà.
L'oliva di Gaeta contraddistingue un frutto di forma leggermente affusolata, di colore violaceo, di sapore vinoso, amarostico con sfumature acetiche, prodotto prevalentemente nel territorio comprendente Gaeta ed i comuni limitrofi siti sui Monti Aurunci in provincia di Latina. Viene usata per produrre un ottimo olio e soprattutto le olive in salamoia (localmente olive all'acqua) che si prestano per gli usi più svariati in cucina e sono tra gli ingredienti più utilizzati dagli chef di tutto il mondo. Questo prodotto, descritto già da Virgilio nell'Eneide, ebbe la sua massima diffusione nel 1400 grazie alle attitudini all'agricoltura, al commercio e alla navigazione dei cittadini dell'allora Ducato di Gaeta, che esportarono l'olio e le olive di Gaeta in tutto il Mediterraneo, facendone un alimento molto richiesto e apprezzato per l'ottima qualità.
Alcune curiosità: l'oliva di Gaeta non è nera, come comunemente si crede, ma di colore violaceo, il sapore vinoso, amarostico con sfumature acetiche. Moltissime sono le imitazioni. E' in corso il riconoscimento per la Denominazione Geografica Protetta. Importanti sono la qualità e le specie delle olive. Il miglior risultato si ottiene con la "cultivar" locale che si presenta di forma affusolata. Troviamo anche diffusa la specie denominata oggigiorno "itrana" che presenta un frutto più tondeggiante. Ci sono varie modalità di preparazione delle olive: olive in salamoia, comunemente chiamate olive all'acqua, le olive mosce e le olive rotte.

L'olio di Gaeta
Le olive di Gaeta sono tuttora conosciute in buona parte del mondo. Si possono trovare a Londra come a Los Angeles, la loro fama si collega a quella dell'olio di Gaeta. Il primo documento che parla di oliveti nella zona di Gaeta è il testamento del duca di Gaeta Docibile II dell'anno 954. Nel bacino del Mediterraneo l'olio proveniente da Gaeta era considerato il migliore e si vendeva a un prezzo più elevato rispetto agli altri. Il trasporto verso i luoghi di commercializzazione avveniva per via mare. A differenza dei Romani, che trasportavano l'olio in anfore, i Gaetani trasportano l'olio in botti incretate. L'olio imbarcato a Gaeta aveva come meta del viaggio l'Oriente: Pera (Istanbul), Caffa (Crimea), Chio (Isolagreca), Rodi, Famagosta (Cipro) e Alessandria (Egitto). Gaeta commerciava anche olio imbarcato in Provenza, in Catalogna, a Siviglia, in Grecia e in Puglia. Tutto il territorio dell'originario ducato di Gaeta e altri paesi confinanti sono interessati alla coltivazione, oltre i Gaetani, gli Itrani, che sono - a quanto sembra - i maggiori coltivatori di olivi, troviamo gli agricoltori di Maranola, Traetto, Ausonia, Esperia, Pontecorvo, Fondi, Pastena, Pico, Lenola, Castro dei Volsci, Vallecorsa, Sonnino, Prossedi, Sermoneta, Norma e Cori.
Il pomodoro denominato "spagnoletta" è una pianta di circa 80-100 cm. di altezza, quindi più bassa rispetto ai pomodori attualmente di uso più comune; ha foglie larghe, carnose, e a forma di cuore che produce fino a 6-7 corone da circa 10 pomodori ciascuno. E' caratteristico per la sua forma a spicchi, è di piccole dimensioni, di sapore agre, con una consistenza più acquosa di altri pomodori ma decisamente più sapido, soprattutto in relazione alla zona di produzione dove l'acqua di irrigazione è salmastra. Per il suo sapore particolare e la sua precocità il pomodoro Spagnoletta è tuttora molto apprezzato soprattutto a Roma (dove viene chiamato "Casalino"). In cucina viene usato soprattutto per insalate (ottima l'insalata di spagnolette, basilico, cipolle, olive, olio e sale), per fare sughi freschi in particolare a base di pesce (cozze, vongole, scampi, zuppa di pesce), e per fare i pomodori secchi.

La pizza
Sembra che proprio a Gaeta sia conservata la più antica testimonianza della pizza nel mondo. Il Codex Diplomaticus documento dell'anno 997 dimostra l'importanza di tale cibo, visto che esso è utilizzato per il pagamento in natura dell'affitto di un mulino, insieme a: spatula de porco, lumbum e pulli. (Codex Diplomaticus Cajetanus - Doc XCVI). La pizza naturalmente è quella bianca, cioè senza il pomodoro arrivato in Europa dopo la scoperta dell'America.

1 commento:

  1. pure se leggi la locandina di lampedusa dicono che è tutto rose e fiori...eppoi di ste cazzate giornalistiche me ne frego....LA STORIA LO INSEGNA FORMIA REGNA.

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