«L'incidente si poteva evitare. Se la palizzata fosse stata installata in maniera idonea considerando anche il moto delle onde, oggi non mi ritroverei ad affrontare un'operazione chirurgica per la ricostruzione del tendine di Achille». A parlare è Luca Pianese, il turista di 34 anni in vacanza a Gaeta dal Napoletano, vittima il pomeriggio dello scorso Ferragosto della recinzione «protettiva» con la quale è stata chiusa una parte della spiaggia dell'Arenauta.
Le sue condizioni di salute non sono certo rassicuranti. Il violento impatto che Pianese ha subito urtando mentre passeggiava contro la palizzata franata sulla battigia e celata dall'acqua, gli ha provocato una profonda lesione del tendine del piede sinistro. Ciò vuol dire che dovrà subire al più presto un delicato intervento chirurgico, oltre ad affrontare diversi cicli di riabilitazione motoria per poter tornare a camminare come prima.
I medici parlano di tre mesi di degenza. Uno per il gesso e i restanti per la fisioterapia. Quasi una stagione intera lontano da quella tanto attesa vacanza, ma soprattutto lontano da casa e dal lavoro. Il giovane, infatti, proprietario di un'edicola del Vomero a Napoli, non potrà riprendere la sua attività finché non sarà pienamente guarito.
Ma all'indomani dell'infortunio Pianese sa già contro chi puntare l'indice: «Il Comune di Gaeta - ha affermato dal reparto di ortopedia del Dono Svizzero di Formia dove è attualmente ricoverato - aveva l'obbligo di segnalare la palizzata, ma soprattutto di renderla sicura ai bagnanti, prevedendo anche l'effetto di una mareggiata. Per questo motivo ho già dato mandato al mio avvocato di sporgere formale denuncia nei confronti del Comune di Gaeta. Messa lì quella palizzata somiglia più ad uno spaventapasseri. Non se ne vede affatto l'utilità dato che molti bagnanti si erano ugualmente accampati con le tende proprio dietro di essa».
Osvaldo Marchese, La Provincia
Nessun commento:
Posta un commento