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giovedì 7 luglio 2011

Re Umberto e Passannante

Dopo 111 anni di quiete e di silenzio,improvvisamente,dal Pantheon proviene uno strano ed inspiegabile rumore. Dapprima si era pensato a qualche ladro maldestro,poi ad una clandestina comitiva di ratti,nulla di tutto ciò. Il crocchiare di ossa proveniva del sarcofago di Umberto I, passato alla storia come il Re buono.
 Un mormorio confuso,adirato,fu interpretato da un Sig. Casirati (presidente dell’istituto della reale casa di Savoia).Il buon Umberto I non riposava in pace, protestava, chiamava a raccolta istituzioni e quarti di nobiltà, e si sentiva chiaramente il buon re che inveiva contro un certo Passannante e il suo apologeta tale Ulderico Pesce.

Detto fatto,ad affermare l’attivismo piemontese,il Casirati stila ed invia ad agenzie e media una lettera,nobile nei contenuti velenosa nell’obiettivo da raggiungere.

Boicottate il film “PASSANNANTE”, è un incitamento alla violenza,un insulto alla giustizia. Passannante era un attentatore alla vita di un Capo di Stato. Insomma, come elogiare oggi le Brigate Rosse.

Ovvio che il Casirati non possa che cercare di difendere oltre tutto e tutti coloro che serve: i Savoia. Ma, dimentica alcuni piccoli grandi particolari della vicenda Passannante.Il Casirati chiude la sua lettera scrivendo: “ Lo stesso Re che chiese ed ottenne la grazia per il Passannante”, quando all’art. 8 dello Statuto albertino si riporta:Il Re concede la grazia e commuta le pene. Umberto I avrebbe chiesto a se stesso la grazia per Passannante. Forse che il Casirati abbia mai letto lo Statuto albertino? Quanto alla bontà delle leggi savoiarde, forse se ne dovrebbe chiedere conto a Maria Fiore, alle tre sorelle e due fratelli del Passannante, arrestati e chiusi nel manicomio criminale di Aversa dove morirono (solo un fratello Pasquale riuscì a fuggire).E la pena di morte? Di fatto abolita e applicata solo per il codice militare. Passannante fu condannato a morte solo per aver attentato e non ucciso Umberto I,la commutazione nell’ergastolo fu pena ben peggiore della morte visto il trattamento cui fu sottoposto il Passannante. I lettori interessati possono trovare delle notizie inedite sul sito: “circolo culturale Sandro Pertini” il quale pubblica una pregevole tesina su Passannante a firma di Paola Rossi.

IL Re buono, Umberto I,non può essere ricordato solo per Passannante,ma anche per l’eccidio di Milano, dove il suo scherano Bava Beccaris (e che per questo si ebbe un’onoreficenza) cannoneggiò un pacifica folla che chiedeva pane, 100 ,200 morti? E i Fasci Siciliani organizzazione dei lavoratori che mai si era macchiata di qualsiasi atto di violenza, soppressi con l’esercito 200, 300 morti? Migliaia di anni di galera. Ma resta il re buono,almeno per il sig. Casirati.

Quanto al film “Passannante”, non è affatto apologetico del tentativo di assassinio di Umberto I,ma è una riscrittura dei fatti e degli avvenimenti dell’epoca inquadrati in un reale contesto economico e politico. Il film scorre grazie ad una magistrale regia, la musica è divina, gli attori sanno come muoversi. Un film da vedere.

Distinti saluti

Perrucci Antonio


10 commenti:

  1. Mi sia consentita una replica all'intervento del sig. Antonio Perrucci.
    La grazia all’attentatore Giovanni Passanante non fu concessa con motu proprio del Sovrano, bensì con Regio Decreto, un provvedimento legislativo simile all’attuale D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica). A questo alludevo con la frase che il mio detrattore strumentalizza.
    Il trattamento riservato a Passanante ed alla sua famiglia non fu certamente umano, come scrivevamo nel comunicato stampa, ma corrispondeva allo standard dei tempi. Anche nella repubblica francese, quella stessa repubblica che il Passanante ammirava.
    Ricordo anche che il "codice Zanardelli", che abolì la pena di morte nell'Italia unita, operava in ambito civile, non militare.
    Noto infine che il sig. Perrucci evita accuratamente di entrare nel merito del nostro comunicato, che verte sul fatto che un aspirante assassino non può essere presentato, come invece è accaduto a giudicare da quanto riportato da diversi organi di stampa. come “un eroe” o “un idealista che non abbassa la testa”. Passanante perseguiva un’ideologia che prevedeva l’omicidio, cioè un’ideologia criminale.
    Grato di una pubblicazione, porgo cordiali saluti.
    Dr. Alberto Casirati
    Presidente
    Istituto della Reale Casa di Savoia

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  2. La concessione della grazia era atto sostanzialmente del Re. Basta ricordare il conflitto tra il presidente Ciampi e il ministro Castelli,la Corte Costituzionale stabilì che il presidente era libero di farlo e nessuno poteva opporre ostacoli. Ovvio che una grazia deve trovare posto in un atto ufficiale dello Stato e allora si emanava un regio decreto, oggi un DPR, entrambi controfirmati dal ministro di giustizia.Gli standard europei cui si riferisce il Casirati erano forse quelli dell'Europa orientale, del Montenegro,dei vari banati e regni montanari,lontani mille miglia dall'Europa civile e attenta ai suoi cittadini,Svizzera, Impero Austro-Ungarico,Inghilterra.Quindi il Casirati ritiene che internare in un manicomio criminale i familiari di colui che aveva attentato alla "sacra e inviolabile persona del re fosse giusto. Nessuna colpa,nessun processo ma internati fino alla morte.Se il sig. Casirati non facesse confusione tra gli articoli che lo stesso avrebbe letto su vari giornali e quello da me scritto, capirebbe che non c'è stato alcun elogio di un tentato omicidio, ma solo un elogio a chi dopo 111 anni ha voluto che i fatti intorno a Passannante e al mitico re buono fossero riscritti senza le falsità che per un secolo hanno accompagnato quella vicenda.
    Grazie per l'attenzione
    Dr. Perrucci Antonio

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  3. Questo Sig. Casirati come obbediente portavoce dei Savoia di oggi e di difensore di quelli di ieri,invece di disprezzare il comportamento della giustizia savoiarda che internava in un manicomio criminale madre e fratelli(innocenti) del Passannante, ci parla di standard giudiziari europei per l'epoca e che quindi andava fatto così. Il Sig. Casirati dovrebbe essere rinchiuso nel manicomio criminale di Aversa (oggi considerato un inferno, figuriamoci nel 1878) e restarci fino alla morte senza contatti con l'esterno e in una fetida cella alta 1,40 metri.
    Distinti saluti
    Marisa Benvegnù

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  4. I soliti italioti che fanno diventare eroi i criminali nel nome di quel buonismo spicciolo che ha rovinato l italia! Carcere a vita per i delinquenti e pena di morte per gli assassini questo ci vuole oggi e non le vostre chiacchiere!

    AlfredoAtollo

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  5. Il Sig. Alfredo Atollo, vedrebbe quindi di buon grado che anche e almeno in effige venissero impiccati tutti i re savoiardi. Il primo che poi è secondo V.E.II, rapinò tutto l'oro del regno delle Due Sicilie, distrusse tutte le strutture industriali del Sud per trasferirle al Nord,definendo tutti Briganti condusse una spietata guerra contro il Sud che durò fino al 1870, centinai di migliaia di morti ammazzati, 54 paesi rasi al suolo. Di Umberto I il re buono (per gli studenti della I^ elementare)abbiamo già detto. Quanto al nano malefico V.E.III ebbene più che storia è cronaca che svela i suoi misfatti. Fascismo,leggi razziali, fuga a Brindisi abbandonando un esercito e un popolo allo sbando. Ma quel nano ebbe tutto il tempo di trasferire in Svizzera ben 42 vagoni piombati pieni di argenteria mobili e vasellame, e questo lo fece tra l'agosto e il 2 settembre del 1943. Inoltre inviava in Svizzera ben 17.000.000 di lire. E mi si parla di allontanamento improvviso dalla capitale? Una vigliacca fuga a chiudere il tempo di una dinastia di corrotti, ladri e massoni. D'altronde basta vedere gli ultimi Savoia in giro purtroppo per l'Italia a sculettare in TV o indurre alla prostituzione.
    Pasquale Cicciù

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  6. Credo che sotto il nome di Alfredo Atollo, si celi il presidente di casa Savoia.Il quale non potendo rispondere visti gli argomenti che altri lettori hanno svelato, sfoga la rabbia per vedere tanto disprezzati questi Savoia da schiattare di rabbia.Ma, purtroppo la verità va detta anche se ad alcuni fa male.
    Ermanno Mosele- Bari

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  7. Nelle tante repliche, quasi tutte fuori tema, al comunicato dell'IRCS, campeggia l'accusa di assassino a Re Umberto I, motivata dagli accusatori con i fatti occorsi a Milano nel 1898, che comportarono la morte di 80 persone (inclusi i militari intervenuti per ristabilire l'ordine).
    Ma i neoborbonici che cavalcano questa accusa non si rendono neppure conto che si danno la zappa sui piedi. Sì, perché con il loro stesso ragionamento accusano di assassinio anche il loro beneamato Re Francesco II, vivo il quale, a titolo di semplice e singolo esempio, ben 114 reclusi vennero fatti uccidere il 25 gennaio 1848, al Molo di Girgenti (oggi Porto Empedocle), dal maggiore dell'esercito borbonico Ignazio Sarzana. Nessuno dei poveretti era stato condannato a morte da alcun consesso giudicante. All'episodio, che per la sua gravità e gratuità non può neppure essere paragonato ai fatti milanesi, ha dedicato un libro anche Andrea Cammilleri, intitolandolo "La strage dimenticata". Dimenticata, a quanto pare, soprattutto dai neoborbonici!

    Giovanni Vicini
    Tricolore, associazione culturale
    www.tricolore-italia.com

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  8. La ragione per la quale abbiamo cessato i nostri interventi è palese per chiunque voglia utilizzare un po' di buon senso e non sia accecato da pregiudizi: vale la pena di impiegare del tempo solo se il contraddittorio è corretto, serio e costruttivo.
    Non siamo usi a lanciare insulti né provocazioni, ma solo a sostenere le nostre tesi con educazione ed equilibrio.
    Inoltre, ci firmiamo sempre, senza celarci dietro pseudonimi.

    Dr. Alberto Casirati
    Presidente
    Istituto della Reale Casa di Savoia

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  9. Al sig. Vicini non posso che consigliare una sana rilettura di qualche testo di storia che non sia il solito libro per le scuole primarie. I fatti avvenuti al Molo di Girgenti, vedevano una rivoluzione in corso (la rivoluzione siciliana), i siciliani da sempre alla ricerca di una indipendenza per loro sacrosanta. Disordine, un governo zoppicante,guarnigioni borboniche senza ordini ed ecco che un ufficiale, poco ufficiale commette un grave delitto.Da impiccare? non so che fine abbia fatto questo Sarzana, ma so bene che altri ufficiali quali Cialdini, Pier Eleonoro Negri al servizio dei Piemontesi, rasero al suolo due paesi: Pontelandolfo 4.500 abitanti e Casalduni 3800 abitanti, morti ? più facile contare i vivi, quei pochi che sopravvissero.Eppure Cialdini e P.E.Negri hanno delle strade e piazze loro titolate.merito facevano stragi di meridionali.Quanto al sig. Casirati cosa poteva aspettarsi dopo il suo comunicato sul film di Passannante; un elogio o il solito va benissimo?No, potrà anche dispiacere al presidente di casa Savoia, ma non c'è più spazio per la solita e melensa agiografia risorgimentale e savoiarda. Per quanto mi riguarda, è stata mia cura inviare il mio modesto articolo sia al Sig. Casirati che al sito ufficiale di Casa Savoia, con firma e mio e-mail.
    Dr. Perrucci Antonio

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  10. Il sig. Casirati forse vorrebbe il mio e-mail per potermi scrivere direttamente? pasqualecicciu@libero.it.

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