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sabato 14 maggio 2011

Formia, Di Donato e Formia Servizi: Due facce della stessa medaglia

Sandro Bartolomeo
E’ questo il Mantra dell’amministrazione comunale. Spogliarsi del proprio patrimonio o farlo gestire a soggetti terzi, con la città che resta a guardare. Il tutto inizia con la Golfo Ambiente: una società integralmente pubblica che poteva gestire ogni tipo di servizio di pubblica utilità, che poteva essere allargata agli altri comuni del comprensorio, che avrebbe evitato di andare in gara per i rifiuti tra qualche mese con tutti i rischi connessi, è stata la prima vittima dell’amministrazione Forte.

Apprendiamo dagli organi di stampa che la Regione Lazio sta creando una società 100%100 pubblica, denominata LAZIO AMBIENTE, per la gestione del ciclo dei rifiuti. Noi c’eravamo arrivati anni fa ma Michele Forte, purtroppo per noi, non l’ha capito (o non ha voluto capirlo)
La gestione dei parcheggi sta per subire la stessa sorte. Il PRIVATO PRIMA DI TUTTO.

Meglio di una società pubblica al 62%, fallita con una velocità strabiliante.

Gli stessi ex-dipendenti, che vogliono gestire le strisce blu attraverso la curatela fallimentare costituendosi in cooperativa, sono un ostacolo da eliminare: nulla deve ostacolare la privatizzazione. E’ in questo modo che il progetto di mantenere sotto il controllo e la gestione pubblica i servizi essenziali della città viene completamente abrogato e riprende forza la presenza dei privati . Un atteggiamento analogo riguarda il patrimonio comunale. L’amministrazione Forte, che si è trovata a gestire beni che sono stati acquisiti alla proprietà e alla fruizione pubblica dalla precedente amministrazione, prima ha pensato di venderli, ottenendo un netto rifiuto da parte della città (ex-di donato e ex-seven up).

Adesso viene fuori, come un coniglio dal cappello, la concessione d’uso alla Regione Lazio di questo bene per ben VENTICINQUE ANNI.

Per farne che cosa ? UN CENTRO AL SERVIZIO DEI FIGLI DEGLI EMIGRATI LAZIALI.

Si tratta di un servizio di cui la città ha bisogno? Dove finiranno le associazioni, i tanti ragazzi che frequentano questa struttura e che hanno bisogno di spazi per le loro attività? Dove finirà la banda comunale ? Si giustifica il tutto con un finanziamento di 5 milioni di euro, di cui certi 2,5, ai quali non si può rinunciare . Avessero applicato la stessa prudenza e buon senso quando, nel 2002, hanno buttato via i 180 miliardi disponibili per la Pedemontana con un appalto già espletato forse oggi non staremmo, dopo 10 anni, a cincischiarci con un altro progetto che nessuno finanzierà mai e che vede i comuni di Gaeta e Itri nettamente contrari.

Ma una domanda vogliamo fare, sopra ogni altra: perché il finanziamento regionale non può essere dato al Comune ma deve, obbligatoriamente, essere erogato alla Ipab Santissima Annunziata con sede in Gaeta ? In Consiglio comunale non ci ha risposto nessuno: tranne qualche balbettamento, la verità resta oscura. Dopo tanti anni di lotte, che i cittadini ben ricordano, per strappare la Di Donato alla Ipab, dopo aver acquistato dal comune di Roma nel 1997 per 600 milioni tutto il giardino, dopo aver investito sulla struttura già un milione di euro per consolidarla, la ex- Di Donato torna esattamente dove l’avevamo tolta: ad un’altra Ipab, per venticinque anni. Forse il tempo chiarirà le cose.

E come le cose finiranno possiamo desumerlo, per esempio, dalla Torre di Mola: il più importante monumento della città, il cui restauro è durato oltre trenta anni con costi imprecisati, alla fine della fiera ospita l’ufficio di informazione turistica della città. Come un qualsiasi magazzino, alla faccia della storia degli Angioni e dei Caetani di Castelmola.


Il Coordinatore cittadino e il Capogruppo consiliare del partito Democratico
SANDRO BARTOLOMEO

1 commento:

  1. parla colui che voleva svendere penitro e formia alla campania per portarci la munnezza di bagnoli!!! MA STAI ZITTO BARTOLOMEO!!!

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