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domenica 22 agosto 2010

Formia, il dramma di Mario Spiniello: "Con due figli piccoli sfrattato dal Comune!"

Gioca in salone la piccola Anna, sperando che questa estate finisca il più tardi possibile. Non perché non voglia tornare a scuola, anzi. Sa soltanto che quando arriverà settembre lei dovrà lasciare la casa assieme a tutta la sua famiglia. Poi chissà…

E’il dramma sociale in cui è piombata la famiglia Spiniello, raggiunta da un provvedimento di sfratto che si renderà esecutivo il prossimo 21 settembre.
 Sotto ordine di un ufficiale giudiziario e con l’ausilio della forza pubblica se sarà necessario, il signor Mario, la sua compagna Antonietta e i due figli di 15 e 7 anni, entro le 9.30 dovranno lasciare l’appartamento di via Appia lato Napoli a Formia. Per andare dove, ancora non è dato saperlo.

La loro è una delle più gravi emergenze sociali che hanno già messo in ginocchio altre tre famiglie residenti nella stessa palazzina. Lui, 44 enne divorziato fino a qualche mese fa impiegato come guardia giurata per un’agenzia di vigilanza poi fallita; lei 46 enne separata, un lavoro non l’ha mai

avuto perché ha scelto di fare la casalinga e stare vicino ai suoi due figli. Il loro calvario è culminato quando si sono visti recapitare il provvedimento emesso dal Tribunale ordinario di Latina sotto richiesta del proprietario dell’immobile sito sopra il bar delle Poste, di fronte la casa cantoniera di via Appia. Un atto dovuto si apprende dai documenti in quanto da circa due anni «il Comune non versa più i canoni di locazione al legittimo proprietario dell’appartamento». Un’iniziativa, quella precedentemente intrapresa dall’amministrazione comunale, destinata a risollevare le sorti delle famiglie più indigenti.

Ma stranamente quel sussidio si è interrotto ormai da tempo. Il signor Mario prima di perdere il posto, forse un altro appartamento avrebbe potuto permetterselo, le cose però cambiano e in peggio. Inizia così la corrispondenza con il Comune. Nessuna risposta.

Scrive persino la piccola Anna di suo pugno una lettera al sindaco Senatore Michele Forte.

Silenzio.

La situazione diventa precaria. Il senso di abbandono e l’incertezza del futuro spingono il signor Mario a raccogliere i suoi ultimi brandelli di dignità per darli in pasto a chiunque, passando sull’Appia,si accorga degli striscioni affissi sul balcone dell’appartamento. «Vergogna» ha scritto.

Ci ha accolto nel suo appartamento e con la rabbia sul volto ha dichiarato: "Siamo disperati."

Il Comune ci aveva promesso un alloggio e stiamo ancora aspettando. Qui ci sono due bambini. Non è giusto che debbano vivere questo dramma. Se non avrò risposte concrete il prossimo lunedì sotto al palazzo Comunale sarò pronto a ricorrere a gesti estremi».

Osvaldo Marchese

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