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sabato 21 agosto 2010

Formia, Destra Formiana sul “Remigio Paone”: Non chiamatelo più Teatro!

Poteva mancare l’opinione di “Piancastelli” sulla vicenda del Teatro “Remigio Paone” di Formia ? Dopo le esternazioni della Cicione, De Santis, l’arch. Samperi era prevedibile e scontata l’uscita anche di Francesco Carta. Ovviamente il filone non cambia: la commissione poteva essere convocata – dice Carta – già due anni fa. Esattamente prima della posa della prima pietra – aggiungiamo noi.

In un Agosto infuocato i numeri diventano un optional nella ricostruzione di una storia che prescinde dai pareri e dalle prescrizioni dei Vigili del Fuoco. Carta e compagni non hanno capito che quel Teatro non è un Teatro in quanto è carente sul piano della pendenza variabile della platea. In parole semplici i posti a sedere sono strutturati in maniera piatta da non vedere il palcoscenico. Una sala che non offre al pubblico la fruizione di un campo visivo non assolve al compito per cui l’opera è stata costruita. Questo è il dramma del “ Remigio Paone “ altro che le chiacchiere della Cicione e di Carta. Al momento dell’apertura del sipario il problema si evidenzierà in maniera drammatica costringendo il pubblico che avrà pagato un regolare biglietto ad incazzarsi non con la Cicione – ormai fuori gioco – ma con il sindaco in carica, ritenuto - a torto - responsabile della realizzazione di quella struttura. Si ripeterà un film già visto con i lavori sul viadotto della Flacca dove l’ex sindaco Bartolomeo aveva programmato l’intervento e poi le ricadute di criticità sono finite sul groppone dell’amministrazione. Funziona sempre così. Con il risultato che l’attuale governo cittadino dovrà scrivere alla Regione per chiedere un nuovo finanziamento atto a risanare l’ennesima incompiuta della sinistra locale.

Il bello è che “Piancastelli” fa anche un ragionamento di opportunità politica: “ siccome il Teatro è gestito dalla Regione tramite il commissario del Parco Riviera d’Ulisse lo lascio chiuso”. Non aggiunge però Carta che quel commissariamento era stato un colpo di mano del presidente Marrazzo per far fuori un consiglio direttivo di centrodestra. Qualcuno ha giocato sporco nel mantenere le sentinelle di partito ad occupare militarmente un Parco e Francesco Carta viene a farci il predicozzo di “ lesa maestà” e parlarci di tragicommedia ? Ci spieghi semmai – visto che spinge sulla trasparenza degli atti – l’iter che ha portato all’epoca “ il coniuge” a progettare l’intervento e ad assumere anche la direzione dei lavori. In fine chiediamo cortesemente a tutte le parti politiche che stanno affrontando l’argomento, Assessore La Mura compreso, di non chiamare quella specie di cineforum, “Teatro”. I Teatri sono ben altri, come il D’Annunzio di Latina ad esempio e fa specie vedere che il “Remigio Paone” sia stato architettato da quella sinistra che ha sempre ritenuto la cultura il suo impero. Ma ci sono mai andati a teatro questi personaggi?

Segreteria
Destra Formiana

7 commenti:

  1. non me ne vogliano i formiani, ma siete governati veramente da una banda di incompetenti! quella cosa nella foto e descritta nel comunicato non è neppure la cantina di un vero teatro!!!

    state veramente inguaiati!!!

    Giovanni Palombo (Roma)

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  2. Glie errori-orrori del Paone sono molteplici. Non solo la mancata pendenza, ma il palco troppo basso, la mancanza di possibilità di quitatura laterale, le vie di sbocco per gli attori, per non parlare dei camerini, ridicoli, dell'assenza di una stanza cambio per eventuali gruppi (musicali o altro). I teatri dovrebbero farli architetti del settore, non compagni e compagnucci di qualunque lobbie di qualunque ometto politico di turno. Peccato che un nome così importante, Remigio Paone, si trovi legato ad una farsa così. Formia nn merita questo. Se ora, però, ci si potesse mettere tutti intorno a un tavolo e raginarne... Compreso l'altro teatro, quello affidati agli schiavettini di partito con "regolare" contratto (???), forse potremmo trovarla, una soluzione. Formia ha bisogno di risposte, non di polemiche.

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  3. risposte? e chi dovrebbe darle queste risposte? sono 20 anni che siedono sugli scranni le stesse persone con questi risultati.

    le risposte caro mio devono darle i cittadini quando vanno a votare e da 20 anni la risposta è sempre la stessa.

    e ancora continui a chiedere risposte?
    a noi poveri cittadini mortali c'è rimasta solo la polemica per rimanere un pò in questo triste girotondo, ci vuoi togliere pure quella?

    risposte....ma andò vivi?

    filippo s.

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  4. cioè ma fatemi capire una cosa, chi è stato il progettista? "il coniuge" di chi????

    fabrizio (formia)

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  5. il coniuge è il marito-progettista della ex commissaria del parco monti aurunci che gestiva il teatro...

    emilio s.

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  6. Sta comunque di fatto che a formia delle strutture, per quanto mal realizzate siano, esistono e possono essere utlizzate. A volerlo. questo è il punto. Si avvicina il duro inverno formiano, cioè quel lungo lasso di tempo in cui questa diventa una città dormitorio. Sarebbe interesse di coloro che ivi passeranno l'inverno avere a disposizione delle sale pubbliche dove poter combattere settimanalmente il nulla in cui si trova questa nostra amata Formia, cittadina che, se non sbaglio,va oltre i 40.000 abitanti censiti. Non importa il numero esatto, ma va da sè che non stiamo parlando di un paesotto su qualche picco di montagna. E' a dir poco ridicolo dunque che in questa città ci siano divieti di far musica imposti ai locali notturni (meno male che si doveva rilanciare il turismo!), che ci siano delle sale comunali a caro prezzo (tranne quando le si danno agli amici", e beh...), che ci sia un teatro mal costruito ma pur sempre meglio di niente, che esista una struttura polivalente in zona Mercato Nuovo che è bloccata non so da quanto tempo, al punto da essere frequentata da simpatici ratti, forse gli unici "cittadini" formiani privilegiati (sempre escludendo gli "amici"). Quando il livello culturale e politico è così basso, l'unica cosa che conta è "far bella figura" alle feste comandate e un pò ad agosto (sempre nell'ottica dello "sfavillante" rilancio turistico della città).Bene, giusto, ma il resto dell'anno? Le forze artistiche pur presenti sul territorio? Tutto ciò non conta: Formia diventa virtualmente il paesino di montagna di cui sopra.
    Nel frattempo, mentre si mescolano le carte per sottrarsi alle proprie responsabilità di gestione fallimentare ed oramai ultrabiennale di questa città, si riesumano fantasmi del passato a cui dare la colpa e soprattutto, ci si prepara al prossimo evento significativo che non sia già il 2 novembre: Natale-capodanno. Tra 4 fuochi d'artificio e un paio di spumantini ci distrarremo un pò dal tedio mortale di una città dormiente come conviene a chi la sta amministrando, e come sta bene anche a tutti questi cagnolini fedeli che cercano di rosicare i resti dell'osso oramai assottigliatosi oltre modo.
    A tutti costoro auguro quindi un buon natale, e hai visto mai che la stella cometa non suggerisca loro qualche idea, qualche iniziativa a favore della cittadinanza non intesa solo come bacino di voti e di voti di scambio.

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  7. Vivo a Formia, dono nato a Formia e lavoro a Formia. Le risposte me le aspetto dai formiani w non mi pare che la classe politica, nel suo complesso, indipendemente dallo schieramento, abbia mai dato, nel corso della storia recente, segno di logiche alternative. Quando Bartolomeo ha fatto le corse per affidare, in pieno ballottaggio, il teatro di Via Olivastro Spaventola al suo paggetto Stammati, senza un bando ufficiale ed adegutamente divulgato, con la scusa dell'urgenza, ha di fatto creato uno stop che diventa difficilmente superabile. Non per politica, se anche è questo il motivo attuale, ma per senso di giustizia, dovrebbe, il Sandro, fare un mea culpa, lui ed il suo paggetto, ritenere pubblicamente nullo quel contratto ed avviare una fase di TRASPARENTE contrattazione con le realtà territoriali. Poi, se è giusto che quel teatro vada a Stammati e conbriccola, va benissimo, meglio che tenerlo chiuso. O se piuttosto si riuscirà a creare un coordinamento delle realtà locali (ce ne sono tanti ed importanti) che possa esprimere un direttivo, si potrà procedere ad una programmazione efficace. E questo è uno.
    Per il Remigio Paone (e dico, ahò: REMIGIO PAONE, ma lo sapete di chi si parla?) va affrintato ad un tavolo con tutte le componenti politiche e, possibilmente culturali, nonché con qualche TECNICO per risolvere i problemi strutturali e poi procedee come per l'altro. Solo così se ne esce, altrimenti niente teatro a Formia, niente di niente..........

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