Molti di loro sono tra i banchi del consiglio comunale di Formia da più di 20 anni, alcuni di loro ci sono invece da qualche anno. Molti di loro sono politici navigati, alcuni di loro invece non hanno mai fatto politica e si trovano lì per svariati motivi.
Sto parlando dei consiglieri comunali del Comune di Formia che hanno tirato fuori il peggio di loro stessi nella seduta di consiglio per l'approvazione del Bilancio. Il Bilancio che è il documento più importante per l'amministrazione (se non approvato si va tutti a casa e arriva il Commissario Prefettizio) da che mondo è mondo, viene articolato e redatto in accordo con tutte le componenti della maggioranza politica che appoggia il governo cittadino, successivamente una volta trovata la quadra, viene deliberato in Giunta, dove, ogni gruppo della maggioranza politica rappresentata nel Consiglio comunale ha un proprio referente. Quindi, il documento di Bilancio che fuoriesce dalla volontà della maggioranza politica prima, e dalla certificazione amministrativa in Giunta poi, arriva in Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva dopo la sua discussione, azione quest'ultima, che compete per logica alle opposizioni visto che è la maggioranza ad aver "partorito" il documento stesso.A Formia questo non accade per colpa di una classe politica impreparata, incapace ed inadeguata. A Formia accade che il documento di Bilancio arriva in Consiglio ed invece che essere dibattuto, criticato ed emendato dalle minoranze viene messo sotto fuoco dalla stessa maggioranza. Un fatto questo innaturale che ha portato la discussione del Bilancio comunale di Formia ha sfiorare le 5 ore di dibattito.
Ma perchè accade questo? Tutto questo accade per un semplice motivo. Gli elementi che formano la maggioranza che regge il Sindaco Michele Forte in consiglio non dipendono da strutture di partito ben delineate ma fanno capo solo a loro stessi. Appartenere ad un partito vuol dire avere (almeno minimamente) un certo indirizzo politico-culturale nel vedere ed attuare le cose, uno di sinistra non varerà manovre contro la classe operaia, uno di destra non voterà manovre per liberalizzare le droghe. Inizialmente ci si presenta in lista con un partito per attirare l'elettore verso un simbolo piuttosto che un altro, o anche per farsi finanziare la campagna elettorale da qualche politico di alto rango di quel partito stesso. Una volta eletti, uno o due mesi dopo al massimo, non si comincia più a risponde ad alcuna direttiva politica di partito, perchè? Semplice. Il consigliere capisce che ha in mano un potere contrattuale politico che è personale, solo lui può infatti alzare la mano in consiglio per parlare positivamente o negativamente di una tale faccenda e dare o non dare il proprio voto all'approvazione della stessa. Una capacità contrattuale personale notevole quindi, che nella transazione dovrebbe far figurare come contropartita non il tornaconto personale bensì perseguire l'interesse collettivo, gli interessi della gente.
Questo non accade, ogni consigliere fa partito a sé e la sua alzata di mano in aula è messa sotto condizione ad altro. Il risultato è quello che abbiamo potuto vedere proprio nell'approvazione del Bilancio, dove una serie di consiglieri di maggioranza hanno criticato aspramente la manovra, altri hanno lasciato l'aula ed altri ancora che fino a quel momento avevano sempre votato a favore in consiglio su determinati atti, nel momento più importante votano contro. Quest'ultimo caso è la conferma di quanto dicevamo poco fa, ovvero, che magari in fase di contrattazione, il consigliere X non è riuscito a portare a casa ciò che voleva e all'ultimo si è sfilato.
Il Bilancio è stato comunque approvato con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 5 astenuti. Obiettivo della maggioranza raggiunto, ma quanta pochezza in questa classe politica formiana, ma d'altronde come recitava l'antico adagio ellenico "Ogni popolo ha i governanti che si merita".
Firmato un Formiano che ne ha piene le scatole di TUTTI!
Nessun commento:
Posta un commento