tratto da: "Il Giornale"
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mercoledì 30 giugno 2010
Taricone, comunisti e sinistra estrema esultano sul web per la morte di 'o guerriero
tratto da: "Il Giornale"
Formia: PD, l'appello di Carta "Non farsi friggere nella padella di Michele Forte"
Quest'ultimo, è il caso di dire, dopo aver seminato tanto vento ora raccoglie tempesta. A questo punto le sue responsabilità sono oggettivamente chiare ed evidenti.
martedì 29 giugno 2010
Formia: Politici in vacanza con i soldi pubblici, è giusto?
apprendo con un certo malessere dal quotidiano Latina Oggi quanto segue:
"L'amministrazione provinciale di Latina ha speso 1500 euro per permettere a Pino Simeone(PDL) di partecipare, come alfiere culturale della provincia pontina, al progetto della Regione «Il percorso dei Giusti» per due giorni in Israele."
Morto Pietro Taricone dopo lancio con paracadute
L'intervento, cominciato ieri pomeriggio verso le 15, si era protratto ben oltre la mezzanotte. Poi Taricone è stato condotto nel reparto di rianimazione, dove però è morto verso le 2:30 a causa di improvvise complicazioni. Senza che avesse mai ripreso conoscenza dopo l'incidente. Eppure quello di ieri a Terni doveva essere per Taricone un lancio con il paracadute come tanti altri ne aveva già fatti in passato, ma per la star della prima edizione del 'Grande Fratello' qualcosa è andato storto. Cosa sia successo esattamente lo dovrà stabilire l'indagine svolta dalla polizia. Dalle testimonianze già raccolte dagli investigatori è emerso che il paracadute di Taricone si é aperto regolarmente dopo un lancio da 1.500-2.000 metri di altezza. Poi, però, un colpo di vento o una manovra errata nelle ultime fasi del volo lo hanno fatto finire a terra a una velocità ben superiore a quella prevista.
Proprio l'ipotesi di un errore nelle operazioni di frenata è quella maggiormente presa in considerazione dagli investigatori della questura di Terni. Taricone, paracadutista definito "esperto" da chi lo conosce, con alle spalle centinaia di lanci, potrebbe averla ritardata eccessivamente, finendo a terra con violenza praticamente davanti agli occhi della compagna, l'attrice Kasia Smuntiak, che si era lanciata dopo di lui. E sembra che con la coppia si trovasse a Terni anche la loro figlia di sei anni, Sophie. 'O guerriero' è da tempo un habitué dell'aviosuperficie umbra che frequentava da circa un anno e mezzo e dove si era più volte lanciato con la scuola di paracadutismo 'Gordio'. Al presidente della società che gestisce l'area, Sergio Sbarzella, aveva confidato nei mesi scorsi che per lui il paracadutismo non era "solo uno sport, ma un'attività che forma l'equilibrio psico-fisico della persona".
Ieri Taricone aveva raggiunto Terni per partecipare a un corso sulla sicurezza in volo di livello intermedio. Due ore di teoria poi un primo salto senza problemi. Quindi di nuovo in quota con un aereo Cesna caravan turbo elica insieme ad altri sette compagni tra i quali la moglie, che a sua volta, nei mesi scorsi, aveva avuto un incidente, sempre con il paracadute, uscendo però indenne. Taricone ha saltato per primo e - ha spiegato uno degli appartenenti alla scuola Gordio - a circa mille e 200 metri si é regolarmente aperto il paracadute ad ala. A un centinaio di metri da terra l'attore doveva cominciare le operazioni per rallentare la velocità in vista dall'atterraggio che invece - ha riferito ancora chi ha assistito a quanto successo - sono state messe in atto solo a 20 metri dal suolo. Perché sia successo lo chiarirà l'inchiesta in corso. Taricone è comunque finito a terra con violenza.
E' stato subito soccorso sul posto da un'ambulanza del 118 e il personale a bordo lo ha rianimato dopo un arresto cardiaco. Senza che riprendesse mai conoscenza, l'ex concorrente del Grande fratello é stato trasportato in ospedale scortato anche da una pattuglia della polizia che ha fatto da staffetta al mezzo di soccorso. La situazione è apparsa subito gravissima ai medici. Taricone aveva infatti riportato diverse fratture, traumi al cranio, al volto e al bacino. I sanitari avevano anche riscontrato un'emorragia alla testa e all'addome. E' stato quindi immediatamente operato. Poi, la morte. All'ospedale si è subito recata la compagna di Taricone, presto raggiunta dai parenti più stretti. Tutti chiusi nel più stretto silenzio. Con loro anche il sindaco ternano Leopoldo Di Girolamo, i responsabili della scuola di paracadutismo e quello dell'aviosuperficie, dove nei mesi scorsi, in diversi incidenti, erano morti altri due paracadutisti. La speranza di tutti era che Taricone riuscisse a riprendersi. E invece questa volta 'O guerriero non ce l'ha fatta a vincere la sua battaglia più importante.
ACCADUTO DURANTE CORSO SU SICUREZZA - Pietro Taricone ha ritardato la manovra di frenata prevista a 50 metri da terra dopo un lancio eseguito nell'ambito di un corso per la sicurezza in volo riservato a paracadutisti esperti. A ricostruire il fatto è Sergio Sbarzella, presidente dell'Azienda trasporti consorziali di Terni che gestisce anche l'aviosuperficie dove oggi è avvenuto l'incidente. Al corso, denominato Vela, hanno partecipato in otto paracadutisti. Come gli altri, Taricone oggi aveva seguito un corso di teoria. Quindi un primo lancio senza problemi. L'attore è poi nuovamente salito su un piccolo aereo che ha raggiunto una quota di 1.500-2.000 metri. Taricone ha lasciato per ultimo il velivolo e - secondo quanto riferito da Sbarzella - il suo paracadute si è aperto regolarmente. A circa 50 metri da terra doveva quindi eseguire una manovra di frenata ma - sempre in base alla ricostruzione del presidente dell'aviosuperficie - l'ha ritardata finendo a terra a una velocità superiore a quella prevista.
sabato 26 giugno 2010
Formia: La Denuncia: Stanno facendo carne da porco
Non può sfuggire, però, il criterio con il quale sono stati scelti questi lavoratori. Mai come in questo in caso, la assenza di adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti di selezione del personale, hanno permesso alla politica locale di gestire arbitrariamente tutte le assunzioni, a prescindere da requisiti attitudinali, da esigenze familiari e da qualsiasi imparzialità che dovrebbero contraddistinguere queste selezioni del personale.
L'art. 18 del decreto legislativo n. 112 del 2008 prevede che le società che gestiscono servizi locali adottano "(...) con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale ... nel rispetto dei principi (...)" che caratterizzano le assunzioni nel Pubblico Impiego.
Le procedure di reclutamento dovrebbero essere le seguenti:
* adeguata pubblicità della selezione e modalità di svolgimento che garantiscano l'imparzialità e assicurino economicità e celerità di espletamento, ricorrendo ove è opportuno all'ausilio di sistemi automatizzati, diretti anche a realizzare forme di preselezione;
* adozione di meccanismi oggettivi e trasparenti, idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire;
* rispetto delle pari opportunità tra lavoratrici e lavoratori;
* decentramento delle procedure di reclutamento;
* composizione delle commissioni esclusivamente con esperti di provata competenza nelle materie di concorso scelti tra funzionari delle amministrazioni, docenti ed estranei alle medesime, che non siano componenti dell'organo di direzione politica dell'amministrazione, che non ricoprano cariche politiche e che non siano rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali;
La stessa Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarci in merito a queste questioni, sancisce che "(...) legittima la disposizione che obbliga le predette società al rispetto delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale dipendente. Non si tratta infatti di competenza statale in materia di "ordinamento civile", bensì di corretta applicazione del principio di cui all'art. 97 della Costituzione, atteso che le società a capitale interamente pubblico, ancorché formalmente private, sono assimilate ad enti pubblici (...). (sentenza n.29 del 2006)
A Formia, evidentemente, si opera a prescindere dalla legge. Le raccomandazioni, i favoritismi e le clientele, sono gli unici criteri di oggettività che i nostri amministratori pubblici riconoscono.
Quando l'imparzialità della pubblica amministrazione abdica alla discrezionalità delle scelte politiche, ecco che noi cittadini diventiamo schiavi del principe di turno, che decide delle nostre vite.
Gennaro Varriale,
responsabile politiche sociali e del lavoro
Circolo "Enzo Simeone"
Partito della Rifondazione Comunista Formia
venerdì 25 giugno 2010
Formia: Nazionale Italiana la Comica Finale! Le pagelle del Sindaco di Città del Capo
lunedì 21 giugno 2010
Rubriche - Formia: Italia - Nuova Zalanda, le pagelle del Sindaco di Città del Capo
Gianluca Zambrotta - 5,5 : il mezzo punto in più (e non in meno) lo diamo giusto perchè il "vecchio" Zambrotta ogni tanto riesce a riproporre il suo pezzo forte, ovvero, il tiro in corsa (ricordiamoci il gol con l'Ucraina nel 2006). Per il resto gli anni si fanno sentire, non è più incisivo come una volta. Ci chiediamo, Maggio che cosa ci sia andato a fare in Sud Africa.
Formia: Arriva l' Estate, gli Ambulanti assaltano le spiagge
Massimo ci propone un tema che ricorre in ogni stagione estiva. L'opinione pubblica spesso si divide sui cd vu cumprà: quelli che hanno piacere a comprare e quelli che invece gli considerano invadenti. Chi ha ragione?
Formia: Con l'arrivo della stagione estiva nuovamente si ripropone il problema degli ambulanti irregolari sulle nostre spiagge.
Non concepisco l'idea di vendere in spiaggia prodotti fasulli e scadenti da persone, quasi tutte straniere, arroganti e maleducati...
E' inammissibile che stando a riva della spiaggia seduti oppure giocando, bisogna spostarsi obbligatoriamente per far passare i "carretti di mercato" per non essere schiacciati dagli stessi.
Tutte le attività commerciali del posto lavorano con regolare licenza, pagando profumatamente tasse allo stato, che in cambio ringrazia con assidui controlli fiscali. Che ridicolo vedere fare verifiche fiscali dagli agenti della Guardia di Finanza o Polizia Municipale sui lidi con gli ambulanti in spiaggia che vendono indisturbati...
Non potrò mai dimenticare come su chiamata al 117 da parte di un commerciante " REGOLARE" del lungomare di Ferrara, che denunciava gli ambulanti in spiaggia, all'arrivo della Guardia di Finanza fu lui stesso sottoposto a controllo fiscale.
E' pur vero che la principale colpa e' di chi compra questi articoli a poco prezzo, danneggiando l'economia delle nostre imprese che danno lavoro a milioni di persone.
Quali sono i motivi di queste inosservanze?
Perchè non si effettuano controlli sugli arenili nel rispetto di chi onestamente lavora pagando le tasse?
Hanno tutti i permessi di soggiorno questi ambulanti stranieri?
Come possiamo noi cittadini continuare a credere nello Stato che difende gli irregolari colpendo a volte anche duramente gli onesti inmprenditori?
Mi dispiace dirlo ma mi vergogno a vedere la leggerezza con cui gli enti preposti svolgono il loro lavoro dando un pessimo esempio di " Anarchia Commerciale".
domenica 20 giugno 2010
sabato 19 giugno 2010
Due Formia nel campionato di Eccellenza?
Da una parte l'ennesima delusione del Formia calcio di patron Zangrillo che ancora una volta non riesce a lasciare l'eccellenza per approdare a serie superiori. Dall'altra ,la gioia della compagine Formia 1905 dei patron Carpinelli e Miele per aver meritato ed ottenuto la promozione in Eccellenza.
Ora mi chiedo e sarei curioso che voi lanciaste un sondaggio a tal riguardo, ma che senso ha vedersi in una cittadina come Formia due società sportive disputare lo stesso campionato?
Quanti sarebbero favorevoli ad una fusione delle due società? Io addirittura penserei a formare un'unico club del golfo?Che ne pensano i nostri lettori?
Un caro saluto R.T.
Formia, Fantasia: "Aldo Forte peggio di una vuvuzela!"
Il 21 novembre 2007 il consigliere regionale Aldo Forte presentava una apposita interrogazione nella quale chiedeva "(...) di conoscere quali impegni concreti si intendano prendere per contribuire a risolvere il problema occupazionale dei lavoratori dell'ex cravattificio Pompei", e precisa che "(...) la giunta di centrosinistra, che a parole dice di essere sensibile alle problematiche del lavoro, continua in realtà a GIOCARE SULLA PELLE DEI LAVORATORI (...)" ;
Il 2 luglio 2009 Aldo Forte si rese conto che la situazione era improcrastinabile e dimostrando una sensibilità fuori dal comune disse "(...) mi sono fatto carico dei problemi di tanti lavoratori perché mi sono reso conto che non è possibile continuare a prospettare soluzioni irrealizzabili che non fanno altro che illudere tanta gente già esasperata da una vicenda che va avanti da anni (...) l'importante è che in tempi brevi si arrivi ad una soluzione, visto che i lavoratori non possono aspettare oltre e che attendono una risposta alla loro difficile situazione occupazionale" ;
Il 25 agosto 2009 lo stesso consigliere regionale minacciava addirittura di immolarsi dalla torre di Mola per il bene dei lavoratori, ma purtroppo non diede seguito ai suoi propositi : "(...) dietro queste persone ci sono tante famiglie in difficoltà economica e far finta di ignorare, continuare a indugiare e prendere tempo non aiuta a risolvere la complessa situazione. Invito pertanto l'assessore Tibaldi ad accelerare e attivare tutte le procedure per chiudere in maniera positiva questa vertenza. Non vorrei arrivare a una protesta estrema, tanto di moda in questi giorni, di salire sulla torre di Mola (...)";
Il 24 settembre 2009 l'audace e integerrimo consigliere regionale teneva a precisare che "(...) ho fatto presente all'assessore Tibaldi i disagi di tanti lavoratori e l'urgenza di non perdere altro tempo (...)".
Nel frattempo, alla faccia della solidarietà verso questi disoccupati, Aldo Forte ficcava mezza Maranola nella Regione Lazio, attraverso concorsi dalla regolarità palesemente dubbia.
Riassumendo, quindi, il consigliere regionale Forte è sempre stato a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ex cravattificio, rivendicando per loro una soluzione dignitosa della loro vertenza, minacciando di immolarsi dalla torre di Mola, denunciando la Regione Lazio di ogni nefandezza e, che se fosse dipeso da lui, se al governo della Regione Lazio ci fosse stato lui, avrebbe risolto l'intera questione occupazionale e avrebbe trovato un posto di lavoro a ciascuno di loro.
E ora come la mettiamo? Tra una settimana Aldo Forte diventerà assessore regionale alle Politiche Sociali (altro che cazzi!) e diventerà proprio colui che dovrà decidere delle sorti dei cento ex lavoratori del cravattificio e avrà tutti gli strumenti legislativi e amministrativi per affrontare e risolvere definitivamente una questione che si protrae del 7 gennaio 2003, e avrà, finalmente, la possibilità di dimostrare che i propositi si possono trasformare in provvedimenti amministrativi. O no? Oppure quello che si dice la sera non vale la mattina? Ora il centrodestra governa a livello nazionale, regionale, provinciale, comunale e finanche europeo. Ora è giunto il momento della verità!
Sì, perché nel frattempo gli ex lavoratori del cravattificio sono sempre ex, e nei giorni scorsi, attraverso le pagine di Latina Oggi, hanno lanciato un ulteriore appello agli amministratori locali per la definizione della loro vertenza. Ma questa volta, a perorare le loro istanze, non c'era alcun consigliere regionale dell'UdC che li rappresentasse.
Se io fossi un ex lavoratore del cravattificio non mi farei scrupolo. Mi recherei dal neo assessore regionale alle Politiche Sociali e pretenderei un posto di lavoro. Lo pretenderei, anche, perché no, con la forza. Perché per cinque anni ha sempre detto e ripetuto che io, in quanto ex lavoratore del cravattificio, avevo DIRITTO a un posto di lavoro, che chi negava questo diritto GIOCAVA SULLA PELLE DEI LAVORATORI, che non era giusto ILLUDERE TANTA GENTE GIA' ESASPERATA DA UNA VICENDA CHE VA AVANTI DA ANNI, che I LAVORATORI NON POSSONO ASPETTARE OLTRE E CHE ATTENDONO UNA RISPOSTA ALLA LORO DIFFICILE SITUAZIONE OCCUPAZIONALE, e infine che DIETRO QUESTE PERSONE CI SONO TANTE FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' ECONOMICHE.
Se il neo assessore regionale alle Politiche Sociali dovesse indugiare, prenderei in seria considerazione la questione della torre di Mola e, se fossi un ex lavoratore del cravattificio, lo aiuterei a realizzare quel proposito sempre minacciato e mai attuato.
Delio Fantasia
venerdì 18 giugno 2010
Formia Servizi: Nessun colpo di mano del Comune. Si rifanno solamente i conti
E' quanto proposto dall'assemblea dei soci della società che si è riunita ieri sera e che ha dato mandato al Cda di procedere in tal senso.
Il suggerimento è scaturito dopo che il socio pubblico del Comune ha lamentato «il perdurante stato di deficit della società, che conferma una tendenza di una gestione non conforme e rispondente ai principi di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa».
La parte pubblica, inoltre, ha portato a conoscenza dell'assemblea il lavoro svolto dall'Unità di Progetto, che ha rilevato delle criticità ed inadempienze sulla costruzione del multipiano «che hanno determinato un extracosto pari al 50% del valore del progetto iniziale e peraltro non adeguatamente coperto, nonché una serie di costi non giustificati attribuibili all'amministratore delegato».
Ma il punto principale all'ordine del giorno della riunione dei soci ha riguardato il bilancio, già censurato dai revisori dei conti.
Ebbene, l'assemblea ha deliberato di rinviare e di riformulare il documento di bilancio dell'esercizio 2009, proprio per il parere negativo del Collegio sindacale e dei rilievi mossi dal dirigente dell'ufficio finanziario dell'ente.
Raffaele Manna
«Per il socio pubblico non risulterebbe oltretutto correttamente appostato un pignoramento presso terzi così come rilevato dalla competente avvocatura del Comune - ha aggiunto il rappresentante del Comune, l'assessore Raffaele Manna -. Inoltre sono stati evidenziati rilievi per quanto concerne la rappresentazione degli interessi passivi sul mutuo attinenti alla realizzazione del parcheggio multipiano».
I soci hanno discusso anche del problema del lastrico solare di copertura dell'area di sosta.
L'assemblea ha ritenuto di mettere a disposizione e senza onere alcuno il solaio a favore del Comune, dove insiste un finanziamento pubblico della Regione Lazio per un ammontare di circa 850 mila euro per la sistemazione di pavimentazione, arredo ed illuminazione della stessa piazza.
Sul Piano Economico Finanziario, il rappresentante del Comune ha rilevato che il Pef «è condizionato dalle risultanze di bilancio, e che pertanto deve essere riformulato».
L'assemblea dei soci si è aggiornata al 15 luglio 2010, con all'Odg la discussione e l'approvazione del bilancio d'esercizio 2009 riformulato sulla base delle indicazioni e dei rilievi scaturiti dalla relazione del Collegio sindacale.
150° Unità d'Italia: Formia per la Patria
Il primo evento si riferisce all’ultima grande battaglia campale combattuta il 4 Novembre 1860, a Mola di Gaeta, la zona dell’attuale piazza Risorgimento, a Formia, tra le truppe borboniche e quelle piemontesi.
Il 2 Novembre 1860, tra il ponte di Mola e le pendici di Maranola, con le alture di S.Antonio e di Madonna di Ponza, viene approntata l’ultima linea di difesa dell’esercito delle Due Sicilie. In tutto, circa 20.000 uomini (tre battaglioni della Brigata Polizzy, tre battaglioni di Cacciatori leggeri esteri ed un battaglione del 3° Reggimento di linea, con solo due batterie) al comando del Generale Von Mechel, dispiegati lungo il torrente Rio Fresco, con alcuni avamposti posizionati tra Acquatraversa, Ponzanello e Castellonorato.
Di fronte, c’è il Corpo di spedizione piemontese, forte di 18.000 uomini, al comando del Generale De Sonnaz (che ha il suo quartier generale a Scauri) e diviso su due colonne: la prima, formata dal 1° Reggimento Granatieri di Sardegna e dal 14° e 24° battaglione Bersaglieri, con il compito di prendere Maranola e convergere su Mola; la seconda, composta dal 2° e 3° Reggimento Granatieri che doveva prendere contatto con il nemico lungo l’Appia ed attaccare frontalmente il borgo di Mola.
All’alba del 4 Novembre, un violento bombardamento dal mare delle navi sabaude, al comando dell’Ammiraglio Persano, dà inizio alla battaglia: le truppe di De Sonnaz muovono all’attacco e gli scontri tra i due schieramenti sono cruenti per l’intera giornata. Dopo una serie di assalti all’arma bianca, Granatieri e Bersaglieri conquistano le alture di Madonna di Ponza e S.Antonio, tagliando fuori Maranola, mentre a Mola i Granatieri si sacrificano nel tentativo di sfondare l’eroica resistenza borbonica. Solo nel pomeriggio, le truppe di Von Mechel, per evitare l’accerchiamento sul lato sinistro, sono costrette a ritirarsi, parte verso Itri e Terracina (Stato pontificio), parte nella fortezza di Gaeta, finché, a tarda sera, i Piemontesi conquistano Castellone.
L’ultima grande battaglia terrestre è vinta ed inizia l’epopea dei drammatici 100 giorni dell’assedio di Gaeta.
Il comandante in capo del Corpo di spedizione piemontese, Generale Enrico Cialdini pone il suo quartier generale nella “Real Villa di Caposele”, di proprietà dei Reali di Borbone che l’avevano espropriata alla Marchesa Olimpia De Mari, figlia di Don Carlo de Ligny, principe di Caposele.
In questa stessa villa di Caposele, l’8 Dicembre 1860, alloggerà anche il Re Vittorio Emanuele II, venuto in visita a Mola di Gaeta, per rendersi conto di persona su come procedeva l’assedio della fortezza.
Il secondo evento che sancisce la fine del Regno delle Due Sicilie e la nascita dell’Italia unita, avviene il 13 Febbraio 1861, nella villa di Caposele, con la firma della resa della piazzaforte di Gaeta e la fine delle ostilità.
A conclusione di un’eroica resistenza, durata 101 giorni ed una trattativa portata avanti per due giorni, sotto l’incessante cannoneggiamento, da terra e da mare, delle batterie piemontesi, alle ore 18,30 del 13 Febbraio 1861, nel salone d’onore di villa Caposele, il Generale d’Armata Enrico Cialdini, comandante in capo del Corpo di spedizione piemontese, ratifica il protocollo di resa della piazzaforte di Gaeta, firmato dal Governatore della piazza di Gaeta, Tenente Generale Francesco Milon e consegnatogli dalla Commissione borbonica per la capitolazione (composta dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Francesco Antonelli, dall’Ammiraglio Roberto Pasca e dal plenipotenziario Ten. Colonnello Giovanni Delli Franci).
N.B. : Il 9 Gennaio 1861, il Re Francesco II di Borbone aveva nominato Governatore della piazza di Gaeta il Tenente Generale Giosuè Ritucci, poi entrato in aspra polemica con il Generale Cialdini sulle modalità con cui costui intendeva portare avanti le trattative di resa ed in particolare, sulla mancata concessione di una tregua, per cui, il 10 Febbraio 1861, Francesco II nomina nuovo Governatore della piazza di Gaeta il Tenente Generale Francesco Milon, onde non nuocere alle possibilità di quella resa onorevole che poi, il Milon firmò il 13 Febbraio.
N.B. : FORMIA - Il 12 Dicembre 1861, il Consiglio Comunale di "Mola e Castellone", in seduta straordinaria, con l'autorizzazione del Prefetto della Provincia, chiedeva al Real Governo "Sovrana Sanzione, onde questo Comune venisse chiamato col nome di Formia, anzichè di Mola e Castellone". Bisognerà attendere ancora qualche mese, perchè, finalmente, con Regio Decreto del 13 Marzo 1862, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.79 del 2 Aprile 1862 venga istituito ufficialmente il "Comune di Formia", a cui, solo con Decreto del 6 Gennaio 1866 verrà poi riconosciuto il titolo e la dignità di "Città di Formia".
Sergio Monforte
giovedì 17 giugno 2010
Gaeta: parte la Summer School
Ogni percorso è studiato per assicurare che i ragazzi imparino ma allo stesso tempo si divertano sviluppando l’immaginazione e la fantasia. I Cantieri culturali, come agenzia formativa in senso ampio, si propongono come luogo di opportunità non solo didattiche. Il patrimonio del doposcuola va ben al di là del semplice mobilitarsi per soddisfare i bisogni didattici dei giovani: è luogo di crescita, di opportunità educative, di relazioni sane con coetanei e adulti. Nel periodo estivo tali bisogni sono avvertiti con maggior forza: le famiglie hanno bisogno di personale e luoghi adeguati a soddisfare le esigenze dei figli in età scolare. Ecco quindi che ai Cantieri è possibile coniugare l’esigenza di vivere il tempo libero alla opportunità di mantenere allenata la mente in previsione del nuovo anno scolastico. La Summer School rappresenta il valore aggiunto dell’estate a Gaeta: un mix esplosivo di cultura, divertimento, impegno e creatività cui vanno aggiunti l’originalità delle proposte e la professionalità del corpo docente. Il calendario dei corsi è disponibile presso la sede dell’associazione in Via Europa 66, Gaeta. Tel. 0771.740257- 349.7304375.
Palermo: Consigliere Regionale UDC in un giro di cocaina
Dopo il Senatore Mele qualche anno fa, l'UDC di Casini si ritrova ancora in una storia di Politica e cocaina.
Bastava qualche telefonata e la cocaina era gia' nel cassetto della segreteria politica del "nano". Cosi' veniva chiamato il deputato regionale dell'Udc Salvatore Cintola dal pusher, Giorgio Napolitano, e dall'intermediario, l'insospettabile segretaria del politico, Sabrina Di Blasi, che faceva la "spesa" per lei e per il capo.
I fatti risalgono al 2004 ma le manette, per Napolitano e la Di Blasi, sono scattate solo ora con l'operazione Dolly show (dal nome in codice del piccolo spacciatore che ha fatto la "soffiata") condotta dalla sezione antidroga della squadra mobile di Palermo, tra il capoluogo siciliano, Napoli e Firenze, e coordinata dal procuratore aggiunto Maria Teresa Principato con i pm della Dda Emanuele Ravaglioli e Marcello Viola. La polizia ha eseguito 28 ordini di custodia cautelare (erano 29 ma uno dei destinatari, Salvatore La Franca, e' morto a maggio), nove nei confronti di persone gia' detenute. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere e spaccio di stupefacenti. Sono state cosi' scoperte in Sicilia due organizzazioni con struttura piramidale che si rifornivano dalla Campania per la cocaina, che proveniva dal Sud America, e dalla Calabria per l'hashish, che veniva importato dal Marocco. La droga veniva poi smerciata agli insospettabili della "Palermo bene". E tra di loro c'era anche Cintola, che per le sue transazioni avrebbe utilizzato l'auto blu, inviando l'autista con i soldi dalla segretaria che a sua volta si riforniva da Napolitano. Ma l'accusa iniziale di peculato per Cintola e' stata archiviata e il deputato, che si proclama estraneo alla vicenda ("Non ho mai usato droga in vita mia"), e' stato solo segnalato alla Prefettura come assuntore di cocaina. L'esponente dell'Udc e' stato subito sospeso dal partito dal segretario nazionale, Lorenzo Cesa, che ha chiesto anche la sua espulsione. Era droga "buona" quella di cui si approvvigionavano gli arrestati: "roba di capriccio" dice Napolitano che era uno degli ultimi anelli di una catena che partiva dai cugini Salvatore e Enrico Alfano. Loro coprivano il rione Brancaccio, mentre la famiglia Caltabellotta la zona di corso Pisani. Tramite Alessandra Caltabellotta, la droga passava al marito, Giorgio Napolitano. Delle transazioni con i partenopei si occupava il "principe", Ciro Di Napoli, un altro dei personaggi chiave dello spaccio, che avrebbe fornito di cocaina anche la piazza catanese, e Domenico Filadoro. A loro gli investigatori sono arrivati seguendo i movimenti di Salvatore D'Anna. Il filone calabro porta invece a Vincenzo Giappone. Della purezza della droga si occupava il "chimico", Manfredi Mendolia. Per non farsi scoprire dagli inquirenti, gli arrestati parlavano di auto, pezzi di ricambio, centraline non funzionanti. Dietro le due organizzazioni c'era l'ombra della criminalita' organizzata che stava pero' un passo indietro. "Si tratta - ha spiegato Maria Teresa Principato - di due bande molto organizzate. Il punto fondamentale e' la facilita' con cui a Palermo si puo' reperire cocaina, eroina e hashish. Sono i mafiosi che foraggiano il traffico, anche se Cosa nostra sta dietro alle organizzazioni. Poiche' le pene per spaccio di droga sono alte, la mafia preferisce infatti lavorare in retroguardia".
Formia: Aldo Forte è Assessore Regionale
Con questo accordo, nel rispetto del patto con gli elettori firmato in campagna elettorale e degli obiettivi programmatici condivisi, completiamo la composizione della giunta regionale che vedra' l'ingresso di Luciano Ciocchetti e di Aldo Forte''. Agli esponenti dell'Udc sara' attribuita la Vicepresidenza e le deleghe Urbanistica e Politiche sociali.
Formia: Il Cisternone Romano, nuovi orari estivi
dal Martedì alla Domenica dalle 17.30 alle 20.30.
Il costo del biglietto è di 2€ a persona, ridotto ad 1€ per i ragazzi da 11 a 18 ani, gratuito per i minori di 11 anni.
I visitatori saranno accompagnati dalle guide dell'Associazione Calliope di Formia all'interno dell'imponente cisterna sotterranea, tornando in dietro nel tempo di Duemila anni.
Interno Cisternone Romano di Castellone
La costruzione romana, denominata il "Cisternone Romano", è ubicata sulla sommità dell'Arce dell'antica Formiae, lungo tutto il lato dell'antico muro megalitico della roccia di Castellone.
Con questa struttura ipogea si risale al I secolo a.C., la sua funzione era di raccogliere e stabilizzare il flusso dell'acqua che proveniva dalle pendici di S. Maria la Noce e redistribuirlo a tutta l'antica città romana.
Le caratteristiche tecniche dell'opera sono imponenti: una superficie di circa 1100mq, un volume di circa 7000mc, un lunghezza massima di circa 63m e una larghezza massima di 24m.
Per info e prenotazioni
Associazione Calliope per la valorizzazione del Territorio
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www.associazionecalliope.info
Interrogazione al Sindaco: Pugno duro contro gli ambulanti per la festa di San Giovanni
Venditori ambulanti alle feste patronali, usare il pugno duro o no?
La nostra città è stata trattata come un territorio da depredare e questi signori hanno eluso non solo ogni regola del comune senso civico che ci dovrebbe appartenere ma addirittura hanno trasgredito una precisa ordinanza sindacale che obbligava i titolari delle concessioni a rispettare alcune disposizioni che di seguito elenco:
Obbligo del montaggio delle bancarelle a partire da martedi 1 giugno dalle ore 15.30 obbligo di montare le stesse lasciando 2 mt di spazio del marciapiede per il passeggio, divieto assoluto di salire con i camion sui marciapiedi.
Ebbene le bancarelle hanno montato alle 6 di mattina ed al ciglio della strada non indietreggiando dei due metri indicati e molti posizionando il loro camion dietro la bancarella.
Io mi chiedo se è possibile che una trasgressione cosi evidente sia stata tollerata senza muovere un dito..non penso di essere stato l'unico ad aver visto mamme con i loro bambini indietreggiare e cambiare marciapiede perché impossibilitate a proseguire trovando l'intralcio di queste bancarelle, in particolare per poter proseguire la passeggiata sotto il comune bisognava fare il giro di Piazza Vittoria! penso che avreste reagito allo stesso modo se avreste assistito a questi incresciosi episodi che mettono in cattiva luce l'amministrazione comunale. Ripeto le bancarelle hanno montato otto ore prima e nessuno ha mosso un dito! hanno spadroneggiato anche a danno dei commercianti Formiani che ancora una volta sono stati impossibilitati a svolgere le proprie attività in libertà schiavi anch'essi degli invadenti ambulanti! Addirittura l'ingresso ad una gelateria che da poco ha aperto sotto il palazzo di vetro è stato chiuso da ambulanti e vu cumprà ,qualcuno per comprare il gelato doveva immettersi nel cancelletto privato del palazzo ed entrare dalla parte opposta.. Bisogna inoltre drasticamente ridurre il numero di questi ambulanti e ammettere solo quelli che si possono posizionare ai margini della parte di Formia che è più interessata alla festa Castellone per Sant'Erasmo e Mola per San Giovanni. Queste feste sono diventate una sagra della porchetta ed è inammissibile che i nostri operatori commerciali anziché ricevere un vantaggio da queste ,subiscano addirittura un danno.
. Ancora una volta tutti i buoni propositi sciorinati nelle commissioni sono andati a finire nel dimenticatoio! Veramente avvilente. Tra le altre cose bisogna imporre ai comitati di posizionare dei bagni chimici come s'impone a tutte le organizzazioni di eventi.
I bagni dei bar vengono presi d'assalto e per usarli è necessario dotarsi di un abbigliamento da palombaro con stivali e maschera antigas.
Suggerii ancora che in quei giorni bisogna raddoppiare il personale addetto alla pulizia ebbene sabato 12 giugno Castellone era ancora piena di bigliettini inneggianti al Santo.
E' una sofferenza troppo forte vedere la mia città cosi maltrattata! Mi auguro che per San Giovanni questo scempio non si ripeta.
Consigliere Comunale
Formia: La Mura al vetriolo contro Bartolomeo
mercoledì 16 giugno 2010
L'Italia pareggia al debutto, Radio Padania esulta al gol del Paraguay
Ha fatto scalpore, ieri, anche un'iniziativa di Radio Padania, che ha tifato per il Paraguay e naturalmente - in questa ottica - ha esultato quando il difensore sudamericano Abucar ha battuto Buffon.
La notizia è rimbalzata fino a Città del Capo, ma Lippi ha preferito non darle peso.
"Abbiamo fatto gol": Radio Padania Libera ha commentato esultando il gol segnato per il Paraguay da Antolin Alcaraz. "Grazie a Cannavaro - ha detto il conduttore Roberto Ortelli - che si è fatto sovrastare dal centravanti paraguayano".
E la polemica con Cannavaro, che a nome degli azzurri ha proposto di devolvere gli eventuali premi alla Fondazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Lippi: "Radio Padania? Non me ne frega niente"
Al termine della gara, in conferenza stampa, è stato fatto notare anche a Marcello Lippi il tifo contro di Radio Padania.
Il ct, già alle prese con l'esito che non ha gradito della prima mondiale, ha risposto stizzito: "Radio Padania? Non me ne frega niente. Penso che non vi potete abbassare a fare domande di questo livello, perché penso che voi che, se siete qui, siete giornalisti di altissimo livello".
Bartolomeo zittisce La Mura: La vera storia del Teatro Paone
In primo luogo per ristabilire una verità: il merito più grande per la ristrutturazione in teatro dell'ex- cinema Miramare appartiene al Presidente della Ipab Umberto I cav. ITALO CENATIEMPO.
Posso testimoniare l'impegno e la volontà del compianto Italo di assumersi una responsabilità molto grande quale la stipula di un mutuo molto oneroso senza il quale oggi non avremmo il teatro.
Credo che per tale benemerenza Italo Cenatiempo meriti una iscrizione commemorativa all'interno del teatro.
Tale decisione l'IPAB Umberto I, legittima proprietaria della struttura, l'assunse negli anni '90.
Il 30 giugno del 2000, con nota prot. N.19900 del dipartimento opere pubbliche, il Comune di Formia chiese all'Assessorato alla cultura della Regione Lazio l'erogazione di un finanziamento ai sensi delle leggi n. 51/82 e 21/84. In data 11 luglio 2000 la Giunta Comunale di Formia approva il progetto di ristrutturazione e ampliamento del Cinema Miramare per la realizzazione di una sala teatrale polivalente.
Nel 2004 la variante urbanistica riguardante la torre scenica viene approvata e i lavori possono finalmente essere avviati.
Il finanziamento iniziale fu di circa 1,8 miliardi di lire, il costo finale di circa 2,1 milioni di euro. Il mutuo viene pagato attraverso le rendite delle proprietà della Ipab Umberto I, attualmente confluita nella Ipab Annunziata.
Il Comune di Formia contribuì , nell'anno 2007, con un finanziamento straordinario di 150.000 che permise, di fatto, la conclusione dei lavori.
Con l'avvento della nuova amministrazione a Formia, la Regione Lazio e il Commissario della Ipab Umberto I hanno più volte interloquito con il Comune di Formia, affinchè subentrasse nella gestione del Teatro, facendosi ovviamente carico della parte residua dei costi. Per ben sette mesi il Comune ha risposto picche e per tale motivo la Regione ne ha affidato la gestione al Parco Riviera di Ulisse, ente strumentale della Regione esistente sul territorio. E' stato un merito dell'attuale Commissario del Parco Riviera di Ulisse l'apertura al pubblico del Teatro. Se poi dopo mesi dalla inaugurazione, il Comune di Formia non riunisce la Commissione Pubblici Esercizi per le relative autorizzazioni bloccando di fatto l'attività, l'Assessore La Mura può chiedere a chi di dovere.
Nel frattempo essendosi costituita la nuova Ipab dell' Annunziata, il teatro di Formia è entrato a far parte del suo patrimonio, insieme agli altri cespiti di proprietà della ex-Ipab Umberto I.
Così stanno i fatti ed è per questo motivo che appare del tutto fuori luogo il tentativo dell'Assessore La Mura di attribuire i meriti ad attori che, nella fattispecie, non hanno svolto alcuna funzione, anzi hanno rifiutato di assumersi le relative responsabilità. Infine il ruolo svolto dall'ex Presidente Storace riguarda l'approvazione della variante urbanistica che, al di là della cortesia mostratami in quella occasione da Storace che comunque ringrazio, era una atto di competenza regionale trattandosi di variante urbanistica.
Vorrei inoltre ricordare all'assessore La Mura che Formia, dal dopoguerra alla fine degli anni 70, ha avuto due sale cinematografiche, di cui una anche teatro, Il Caposele.
Il Sindaco di allora, che è lo stesso di oggi, autorizzò un "restauro conservativo" del Teatro Caposele, i cui effetti sono tuttora visibili e non hanno nulla a che vedere con un teatro.
Certo, oggi è più facile discutere di spazi a disposizione della cultura e dello spettacolo: dalla sala Ribaud alla sala Sicurezza, dall'Archivio storico alla Officina culturale, dalla nuova struttura di via Olivastro Spaventola Formia ha fatto un grande salto di qualità: sono tutte strutture pubbliche che speriamo non vengano "privatizzate" per l'uso di pochi, come è avvenuto per il cosidetto Palamendola, costruito con i soldi della Provincia su terreno donato dal Comune di Formia che doveva esser il legittimo gestore; con un colpo di mano, il Consiglio Provinciale escluse il Comune. Oggi tutti sanno da chi è gestita e a chi risponde.
Un'ultima considerazione: mi sono chiesto perché l'Assessore La Mura sente il bisogno di rivendicare il merito di una cosa che non gli appartiene. Ho pensato che ciò accade a chi, pur di dimostrare di avere un passato, è costretto "a prendersi" un pezzo di quello degli altri. E' imbarazzante, è già accaduto per i beni archeologici, ma è la pura verità.
SANDRO BARTOLOMEO
martedì 15 giugno 2010
Formia Servizi: “Fuori la verità. Pronti a scendere in Piazza!”
La vicenda sulla società per la gestione della sosta, mette Formia ogni giorni sui giornali ledendone l’immagine e rappresenta la metafora amministrativa della clientelare gestione politica della cosa pubblica che avvantaggia chi comanda in quel frangente e danneggia la collettività. I modi sono sempre gli stessi, la politica sistema il privato e il privato sistema amici e figli della politica. Chi paga? La gente comune quella che trovandosi le strisce blu fin dentro casa è costretta a farsi l’abbonamento, si perché la Formia Servizi non offre un servizio ma impone una tassa. Il servizio da facoltà di scegliere se usufruirne o meno, mentre l’imposta è un prelievo coattivo; Vernetti e Bartolomeo lo hanno studiato bene il servizio da fare ai cittadini e la striscia blu arriva anche in camera da letto, o fai l’abbonamento o sono multe.
Così come s’è cercato di fare il gioco delle tre carte sulla storia del multipiano. Anni ed anni ad accumulare debiti per assunzioni clientelari di personale, incarichi agli amici napoletani di Vernetti e per i suoi viaggi a 5 stelle fino allo schiaffo finale tirato alla povera gente: l’appartamento ad uso privato in via Vitruvio con tanto di abbonamento a Sky, adiacente alla sede Formia Servizi 200 mq per 5 dipendenti e affitto mensile pari a 4000 euro, manco fosse la sede decentrata della RAI! E mentre questi signori facevano i nababbi indebitandosi alle nostre spalle, noi poveri cittadini lì a chiedere la riduzione dell’abbonamento o sulla seconda auto, oppure qualche striscia bianca in più e meno male che in quel consiglio comunale c’era anche rifondazione comunista a difenderci dal capitalismo speculatore, a cosa stavano guardando i paladini del popolo mentre la cricca ci fregava?
Noi denunciammo più volte con raccolte firme, comunicati e manifesti senza aver nessuna risposta dall’allora Sindaco Bartolomeo e pensavamo che chissà quale giorno avrebbe messo fuori le carte, invece niente. Ma se questi debiti erano di dominio pubblico, possiamo davvero credere che un Sindaco non ne era a conoscenza? Bartolomeo ce lo deve spiegare, ci deve spiegare perché in tutti questi anni abbiamo pagato multe ed abbonamenti e la Formia Servizi è in fallimento, ci deve spiegare i posti di lavoro ed incarichi per amici e parenti tra Formia e Napoli, ci deve spiegare come Formia la città di Formia si trova ad essere complice di un debito da più di due milioni di euro nei confronti della Ditta Di Cesare, ci deve spiegare i suoi silenzi. Quali debiti ha Formia caro Bartolomeo? I Formiani hanno sempre pagato abbonamenti e multe che fine hanno fatto i loro soldi? Chi deve pagare adesso questi debiti? Alziamo le tasse? Nel ringraziarla per il pacco napoletano che è stato confezionato a cittadini ed impresa locale, porgiamo distinti saluti, augurandoci che quest’amministrazione provveda al più presto a fare luce sui fatti al fine di salvaguardare l’immagine e l’onore della città e della sua gente, vogliamo i responsabili subito, nel caso contrario siamo pronti a scendere in piazza contro tutto e tutti ma sicuramente assieme a molti cittadini indignati.
Segreteria
DESTRA FORMIANA
martedì 1 giugno 2010
Formia: Scontro sui Clochard la Caritas contro il Comune
"(...) abbiamo il dovere civico di recuperare il decoro urbano e di garantire una convivenza tranquilla a tutti i cittadini. Non è bello vedere questa gente (ndr barboni) orinare sui marciapiedi, molestare i passanti, ubriacarsi e compiere gesti che mettono a repentaglio la stessa sicurezza dei cittadini ed in particolar modo dei bambini. Abbiamo la necessità di recuperare le condizioni igieniche e ambientali dei luoghi, offrire una immagine di città pulita e tranquilla".
La risposta al vetriolo della Caritas:
"Noi del Centro Caritas di Formia dissentiamo assolutamente da quello che è stato affermato dal Consigliere Di Rocco. Riteniamo le sue affermazioni pericolose e assolutamente contrarie alla dignità, l'unicità e irripetibilità della persona umana, indipendentemente dal suo stato di vita e dalla sua condizione sociale. Insieme agli Angeli Custodi, la Croce Rossa, all'Amministrazione Comunale di Formia stiamo cercando di non fermarci all'effetto del barbone che viene visto per strada ma stiamo cercando di andare a guarire le cause che spingono le persone a fare una simile scelta di vita."
Chi ha ragione?