LATINA -Truffa e frode in appalto pubblico: queste le accuse contenute nelle sette ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla guardia di finanza a Minturno (in provincia di Latina). In manette diversi funzionari del comune del sud pontino: tra di loro anche Romolo Del Balzo, presidente del consiglio comunale e consigliere regionale del Pdl attualmente in carica: è il presidente della commissione lavori pubblici e politiche della casa della Regione Lazio.
BUSINESS RIFIUTI - L'inchiesta che ha portato agli arresti ruota intorno alla società Ego Eco di Cassino, che si occupa dello smaltimento rifiuti nel comune del sud pontino, cicenda su cui ha relazionato la Procura della repubblica in Latina in occasione di una recente audizione nella commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Alla società sarebbero stati liquidati compensi superiori rispetto alle attività effettivamente svolte: nel procedimento già in corso - con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa - è indagato l'imprenditore Vittorio Ciummo.
MALORE - Ai personaggi coinvolti (due imprenditori di Cassino, due di Minturno e tre pubblici funzionari del Comune) vengono contestati i reati di concorso in frode nell’esecuzione di pubblici appalti e pubbliche forniture nonché di truffa ai danni di Enti Pubblici. Oltre al consigliere Del Balzo, che secondo l'accusa avrebbe agevolato la Ego Eco in forza del suo ruolo politico, sono stati arrestati Michele Camerota, impiegato del Comune di Minturno, Giuseppe Papa, dirigente del servizio Igiene, Liberato De Simone, dipendente della società insieme a Gerardo Ruggeri, responsabile dell'area di stoccaggio, infine Augusta Ciummo e Anna Antonia Romano, entrambe amministratici della società in diversi anni. Il consigliere regionale e comunale del Pdl Romolo Del Balzo ha avuto un malore al momento dell'arresto e si trova ora in una clinica di Formia
SEQUESTRATI CONTI E SOCIETA' - I baschi verdi di Formia rendono noti altri dettagli dell'operazione: «Il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro per equivalente di 3 società aventi sede in Roma ed operanti su tutto il territorio nazionale, nonché di beni mobili, immobili e conti correnti per un valore di circa 15 milioni di euro. Gli accertamenti hanno permesso di acclarare che le società coinvolte eseguivano le prestazioni in difformità da quanto sottoscritto nell’appalto. Sono stati riscontrati - prosegue la nota ufficiale - la mancata corresponsione dei contributi previdenziali ai dipendenti, la mancata o difforme esecuzione del servizio, la mancata esecuzione della raccolta differenziata, l’impiego di mezzi ed attrezzature obsoleti e non funzionanti, il trasferimento di mezzi e mano d’opera da un appalto all’altro, l’esercizio del servizio con automezzi privi di copertura assicurativa, il tutto pur ricevendo, con la compiacenza di funzionari e pubblici amministratori, regolari liquidazioni e spettanze».
corriere della sera
Nessun commento:
Posta un commento