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lunedì 20 febbraio 2012

Libri, Il Brigante Repubblicano di Gianluca Parisi

Romanzo storico ambientato a Capua, nelle montagne dell'antica Terra di Lavoro e nel Sannio, nel periodo che va dalla fine della Battaglia sul Volturno del 1860 e l'incontro tra Vittorio Emanuele di Savoia con Garibaldi, fino alla fine del decennio.

Una buona parte del racconto si svolge traFormia e Gaeta.
Nicandro è un una persona normale un giovane, poco più che ragazzo che come suo padre credeva nella Repubblica. Il protagonista è chiaramente inventato, ma sono veri tutti gli episodi narrati nel periodo: la battaglia sul Volturno, l'Incontro nei pressi di Teano, l'assedio di Gaeta, gli eccidi della popolazione a Pontelandolfo e Casalduni e le stragi che videro vittime militari e briganti. A scuola lo studio della storia dell'Unità d'Italia si ferma all'incontro di Teano. Gli anni immediatamente successivi sono trattati sommariamente oppure archiviati superficialmente alla voce Brigantaggio. Oggi i giovani a scuola studiano la storia in modo superficiale, considerandola una materia secondaria. Non sanno ad esempio che lo stesso Garibaldi, il protagonista dell'unità nazionale, veniva impallinato in Aspromonte da quello che doveva essere l'esercito del nuovo Regno d'Italia! E non sanno neanche che Giuseppe Mazzini, un altro dei padri ispiratori della nostra nazione, finì la sua esistenza in esilio da clandestino nel 1872. L'autore: «Da cinque anni lavoro nella scuola pubblica, ho lavorato in diverse scuole da Nord a Sud: da Milano, passando per la Toscana, fino alla provincia di Caserta e di Frosinone. In tutte le scuole, avendo a che fare con gli alunni, ho notato scarso interesse per la Storia. Ed è stato proprio un alunno a darmi lo spunto per iniziare questo romanzo storico. "Professò ma perché la storia non ce la fanno studiare come fosse un romanzo?". Detto fatto. E per questo motivo ho deciso di mettere a disposizione gratuitamente a tutte le scuole che lo richiederanno una copia ebook del libro». Gli storici hanno spesso fatto di tutta un'erba un fascio: di contadini, di delinquenti, di camorristi e mafiosi. Poi ci si è ritrovati ad affrontare disamine e disamine sulla Questione Meridionale mai più risolta. Ma cosa ha dato origine a tale "Questione"? Cosa indusse i contadini a posare le zappe, imbracciare i fucili e ad unirsi a briganti e delinquenti comuni? Il Brigantaggio post unitario più che una conseguenza di una colonizzazione nordista a danno del Mezzogiorno d'Italia, sembrerebbe originato da un capriccio delle monarchie Sabauda e Borbonica, imparentate tra di loro, che strumentalizzarono e politicizzarono il fenomeno per proprio tornaconto. A farne le spese, come spesso accade, furono i più poveri, i contadini e chi, come Nicandro, aveva creduto nell'Italia Repubblicana e in Garibaldi. Veniamo alla storia del romanzo: un giovane contadino, l'eredità dello zio prete, il padre mazziniano, l'arrivo di Garibaldi al suo paese, la lite con il barone del posto, lui che fugge sulle montagne, vecchi e nuovi briganti, le trame repubblicane di Mazzini, il viaggio verso la città assediata di Gaeta, l'amore per Mariastella, la banda del famoso capobrigante Carmine Crocco, gli eccidi e le stragi, la scoperta di un tesoro... sono tutti elementi che raccontano la storia (sia quella del romanzo sia quella con la maiuscola) e la rendono accattivante, intrigante, avvincente, sin nelle prime pagine. La parlata diretta tra i protagonisti rende la lettura piacevole e rilassante. Man mano che si sfogliano le pagine ci si incuriosisce e non si smette più di leggere. L'autore, giornalista pubblicista, è nato nel 1973 a Capua (CE). Autore di racconti sui temi storici e d'attualità, lavora come educatore nei Convitti dello Stato.


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