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venerdì 5 agosto 2011

Formia, Diritto alla salute: una battaglia di civiltà

Apprendiamo che nei giorni scorsi si è tenuto un nuovo incontro tra i Sindaci del golfo sul tema della sanità pontina . Ciò all’indomani  di un altro importante vertice svoltosi presso l’Ospedale di Gaeta settimane addietro e presieduto dall’assessore regionale Forte
che, come sappiamo, ha , nell’occasione, presentato e illustrato un suo documento di modifica dell’atto regionale sulla razionalizzazione ospedaliera .
Pur apprezzando gli sforzi mostrati dall’esponente dell’UDC nel tentare di trovare strade che possano modificare l’impianto disastroso predisposto dalla Governatrice del Lazio,  riteniamo che , in realtà, a ben guardare, poche e di non grande sostanza sembrerebbero essere le modifiche che si propongono.
Pertanto, intatte rimangono le nostre preoccupazioni riguardo l’offerta sanitaria nel sud pontino e nella nostra provincia e si indeboliscono le speranze finora nutrite di fronte all’ipotesi che si era inizialmente prospettata da parte dell’amministrazione provinciale di avviare un procedimento legale contro i provvedimenti Polverini.
Era apparso questo come il  segno  di un costruttivo dibattito interno al centro destra e di un dissenso sulle politiche sanitarie nel Lazio tra i partiti di questo schieramento, ma le recenti dichiarazioni del Capogruppo dell’Udc in Consiglio Provinciale sembrerebbero aver annunciato un dietro front , avvalorato dal silenzio che ne è seguito.
E’ indubbio che stia prevalendo una logica di schieramento su quella di contenuto che ci induce con amarezza a dire: tanto rumore per niente.
Una delle modifiche al decreto  riguarderebbe lo spostamento del Distretto sanitario da Formia a Gaeta : ciò appare in linea di massima condivisibile , in quanto consentirebbe un risparmio sul fitto oneroso dei locali Caposele. Vorremmo, tuttavia, che  Formia non fosse deprivata completamente dei suoi servizi sanitari essenziali e che alcuni  (oltre le vaccinazioni e il rilascio di alcune certificazioni) rimassero.
Affermare, però, che lo spostamento del Distretto comporterà la nascita a Gaeta di 13 specialità ambulatoriali è un modo per distorcere la realtà perché più semplicemente le specialità ambulatoriali che oggi si trovano a Formia  si sposterebbero a Gaeta ; è un modo forse astuto per non dire chiaramente che il Di Liegro si trasforma da Ospedale in poliambulatorio.
E’ tempo di chiamare le cose con il loro giusto nome.
E ciò riguarda anche Oncologia che retrocede alla funzione ambulatoriale. Questa è tra le questioni che maggiormente destano preoccupazioni , in considerazione dell’inevitabile  disagio che la soppressione di un riferimento sanitario così importante.
Oltre ad Oncologia, anche Malattie infettive e  post acuzie  nei fatti subiscono un depotenziamento tale da non fornire più garanzie per un servizio efficiente e all’altezza dell’importanza che essi rivestono.
 Oltretutto, non si comprende in che modo sia possibile prevedere, contro ogni norma, posti letto di malattie infettive all’interno di un altro reparto, nel caso specifico quello di Medicina generale.
Gli effetti riguarderanno non solo l’utenza di Gaeta ma tutto il comprensorio è coinvolto in questo nefasto riassetto. A pagarne le pene l’ospedale di Formia sul quale dovrebbero riversarsi  tutta una serie di servizi che andrebbero  ad ingolfare in particolare il reparto di  Medicina generale : un sovraccarico, un appesantimento ingestibile che inevitabilmente andrà ad incidere sulla qualità delle prestazioni.
Far convivere specialità diverse tra loro all’interno di un unico settore significa abbassare inevitabilmente  i livelli di professionalità e di qualità  dell’offerta sanitaria .
Il documento fa anche riferimento genericamente ad una ipotesi di spostamento  della dialisi da Formia  a Gaeta e non si capisce sulla base di quali valutazioni e a quale buon fine.
Non viene precisato, inoltre, che fine faccia il laboratorio analisi di Gaeta: confluirà anch’esso in quello di Formia, con una inevitabile congestione del servizio e un aumento dell’attesa da parte dei pazienti?
Il documento, pur non dicendolo esplicitamente, conferma la chiusura del Pronto Soccorso di Gaeta che si trasforma in un Punto di Primo Intervento,struttura che non garantisce le stesse prestazioni di un pronto soccorso.
A fronte di tutto questo, l’attivazione di un non ben precisato servizio sui disturbi dell’alimentazione collocato presso l’IPAB S. Annunziata che , pur ammettendone il possibile valore, non si comprende sulla base di quali reali ed accertate esigenze sanitarie sia concepito. In particolare la città si chiede perché debba sorgere proprio  all’interno del teatro Remigio Paone  un “centro regionale sui disturbi alimentari”, come si legge testualmente in un articolo di presentazione del progetto. Ammesso che la città e la provincia abbiano bisogno di ampliare questo settore , non si comprende come un teatro, deputato solitamente a funzioni culturali, si debba trasformare in una struttura socio sanitaria adibita, magari saltuariamente, all’attività teatrale : non convince!
L’ottica del risparmio non può pesantemente attaccare il diritto alla salute nel nostro comprensorio : per questo assumiamo questa come una battaglia di civiltà alla quale non vogliamo e non possiamo sottrarci.
Ai nostri referenti regionali, in particolare al gruppo consiliare di SEL , già molto presente nelle questioni sociali e sanitarie, abbiamo chiesto di essere vigili e di contribuire alla elaborazione di una proposta  in grado di salvaguardare la salute e i servizi sanitari nel comprensorio del sud pontino, messo a rischio da un riordino scellerato e di mantenere vivo l’impegno per la realizzazione del Policlinico del golfo.

Formia, 4 agosto 2011                                                                 Maria Rita Manzo
                                                                                                     Consigliera Comunale Formia  SEL/Sin Arc



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